lunedì, Dicembre 4, 2023

Rhaenyra Targaryen è la più grande tosta di Game of Thrones dopo Lyanna Mormont

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Ci fosse stato qualche dubbio sulla sua cazzutaggine latente, si placa con il secondo episodio. Il più breve dei riassunti: dopo la morte della moglie e del figlio in una sala parto insanguinata, Viserys è rimasto senza un successore. A una festa con i suoi Mantelli d’Oro, Daemon – uomo pieno di rimpianti velati da sfarzo e boria, che lo rendono incredibilmente pericoloso – chiama il bambino morto “l’erede per un giorno”, che è esattamente ciò che non si chiama il figlio defunto di un uomo in lutto, per di più estremamente potente. Non appena si sa della sua infelice battuta, viene esiliato nella fortezza familiare di Roccia del Drago. Passano sei mesi e scompare un uovo di drago: l’ha rubato Daemon per suo figlio, ovviamente. Così, Viserys ordina al suo Primo Cavaliere, Otto Hightower (Rhys Ifans), di recuperarlo.

È qui che Rhaenyra fa la sua mossa più grande e audace. Mentre gli uomini di entrambe le parti sono impegnati in uno stallo a colpi di spada alle porte di Roccia del Drago, la ragazza piomba dalle nuvole sul dorso della sua bestia sputafuoco. Interviene senza timore, marciando verso lo zio in una silenziosa dimostrazione di potere, fino a quando la parte silenziosa non viene detta ad alta voce: “Mio padre mi ha nominata Principessa di Roccia del Drago”, ricorda a Daemon. “È il mio castello quello in cui vivi, zio”.

Tenete presente che questo è, probabilmente, l’uomo più temuto del reame, con tutte le insicurezze di Jaime Lannister e la sociopatia sanguinaria della Montagna. Daemon è colui che abbiamo visto, in alcuni dei primi momenti della serie, mutilare e uccidere i popolani di Approdo del Re per piccoli reati. L’erede al trono non è lui e, in caso di morte di Rhaenyra, come lei ben sa, la loro distruzione sarebbe reciprocamente assicurata. Così fa quello che gli uomini più anziani e meglio armati che la circondano non hanno potuto fare e riceve indietro l’uovo per riportarlo ad Approdo del Re.

Questo tipo di animo impavido dalle venature gelide è raro a Westeros, un luogo crudele e quasi inospitale per chiunque. Anche per coloro che vantano l’immenso privilegio della Fortezza Rossa. Le fondamenta di coloro che mettono in atto tanta audacia si dimostrano in genere fragili, come nel caso di Cersei Lannister – che piangeva spaventata mentre il suo regno le crollava letteralmente addosso – ma qui c’è vera forza. In soli due episodi, abbiamo visto abbastanza per determinare che, non solo Rhaenyra vanta tutte le qualità che si vorrebbero da un’occupante del Trono di Spade, ma che la morte non è certo un deterrente per lei.

Non è che non sia spaventata dalla posta in gioco letale del grande gioco dei troni, piuttosto è talmente convinta – e a ragione, almeno stando alle prove finora raccolte – delle sue qualità, da tenere a bada questa paura. Gran parte della sua tenace grinta è dovuta all’interpretazione di Milly Alcock: è focosa, decisa e severa, ma conferisce comunque a Rhaenyra un certo livello di credibile vulnerabilità, non da ultimo nel suo rapporto molto credibile con Viserys.

Era dai tempi della Lyanna Mormont di Bella Ramsey che non vedevamo emergere un personaggio della sua specie che i fan fossero subito pronti ad amare, e il suo arco narrativo si concludeva con l’uccisione di un gigante zombificato. Per quanto si dica che in House of the Dragon manchino un Tyrion, un Jon Snow o un Ned Stark, ecco un’eroina che potrebbe tranquillamente infilarsi in quel gruppo, spaccando tutto.

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