sabato, Giugno 10, 2023

Che fine ha fatto il progetto di una fabbrica di auto elettriche cinesi in Emilia

Must Read

Questo articolo è stato pubblicato da questo sito

Le auto elettriche rappresentano il futuro di una delle industrie più importanti dell’economia europea e la corsa all’elettrificazione degli autoveicoli è già una realtà in numerosi paesi del continente. Per questo quando un anno e mezzo fa la statunitense Silk EV e la cinese Faw avevano lanciato un progetto comune per avviare la produzione di auto elettriche di lusso a Reggio Emilia la notizia aveva riscontrato grandi favori. La promessa fatta alla terra dei motori, che ha dato i natali a tante delle case automobilistiche più conosciute d’Italia, rischia però di trasformarsi in un brutto incubo.

La joint venture tra il colosso cinese dell’auto e lo studio di ingegneria statunitense, con sede nella stessa Reggio Emilia, aveva annunciato il proprio progetto a inizio 2021. L’obiettivo originario della compagnia sino-statunitense era quello di stabilire un nuovo impianto di produzione nella frazione di Gavassa, dove produrre le auto di gamma premium di Hongqi, una sussidiaria della Faw nonché storico marchio cinese noto per produrre dagli anni Cinquanta le auto di rappresentanza in uso dai dirigenti del partito comunista di Pechino. 

In particolare, nel 2023 lo stabilimento emiliano avrebbe dovuto iniziare la produzione della Hongqi S9, una hypercar ibrida da 1400 CV il cui prezzo di listino dovrebbe superare i 2 milioni di euro. Accanto a qualche centinaio di esemplari di S9 però lo stabilimento di Gavassa dovrebbe sfornare anche il modello premium interamente elettrico della S7, sia in versione Suv che coupé, per una produzione che si stima attorno ai 6.000-7.000 veicoli l’anno. A fianco alla catena di montaggio, poi, dovrebbe sorgere una sezione di ricerca e sviluppo. Si tratta di un investimento da oltre un miliardo di euro, che dovrebbe garantire circa mille nuovi posti di lavoro. 

Tra i veicoli elettrici di marchi nazionali e i mezzi prodotti in Asia dai colossi del vecchio continente, il Dragone sta consolidando il suo primato nella mobilità del futuro. Con rischi sulla tenuta industriale del settore automotive europeo

Ombre sul progetto

Il condizionale però è d’obbligo, visti i dubbi e le incertezze che stanno sorgendo attorno al progetto. Tanti e tali che perfino l’entusiasta presidente della regione Stefano Bonaccini da qualche mese ha cominciato a cambiare tono, come notato da Gabriele Carrer su Formiche.Silk-Faw e i suoi partner dimostrino di saper andare avanti come hanno promesso. Non è ancora tutto al suo posto e noi, per ora, non abbiamo erogato un euro di fondi pubblici”, aveva detto a maggio. A partire dai terreni su cui dovrebbe essere edificato il complesso, la vicenda sta infatti prendendo connotati poco chiari.

I terreni dove dovrebbe sorgere lo stabilimento di Gavassa sono stati individuati già da tempo. Si tratta di un’area di 320mila metri quadrati la cui acquisizione non è però ancora stata compiuta. Il rogito era stato programmato inizialmente per il 5 agosto, con la cerimonia di posa della prima pietra da tenersi il 5 settembre. Dopo mesi di tentennamenti, a luglio l’assessore regionale allo sviluppo economico Vincenzo Colla aveva convocato i dirigenti dell’impresa, in quello che era stato interpretato come una sorta di ultimatum. Dopo l’incontro Silk-Faw aveva annunciato le tempistiche per l’acquisizione del terreno ma la data del 5 agosto è arrivata e passata. Si è parlato quindi di dopo Ferragosto, ma per ora non sembrano esserci stata ancora la messa nero su bianco. Secondo quanto riportato dal Resto del Carlino, i proprietari del terreno non si sono preoccupati troppo dopo lo slittamento del rogito. “Siamo tranquilli, abbiamo ottenuto rassicurazioni e garanzie che presto ci troveremo e sigleremo l’accordo. Stavolta sembrano essere più che semplici parole al vento”, ha detto uno di loro. 

- Advertisement -spot_img
- Advertisement -spot_img
Latest News

Crispr, negli Stati Uniti arriva la prima insalata modificata con editing genomico

A maggio la startup Pairwise, che si occupa di editing genomico e ha sede in North Carolina, ha presentato...
- Advertisement -spot_img

More Articles Like This

- Advertisement -spot_img