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Il nome David Franklin potrebbe non dire nulla alla maggior parte delle persone. Eppure, questo inglese di 84 anni è stato celebrato da Fiat come il suo cliente più fedele tanto da essere stato simpaticamente ribattezzato “Mr Fiat”. Infatti, questa persona ha appena ritirato la sua nuova 500 elettrica, la Fiat numero 55 in 60 anni. L’amore di Franklin per le auto del marchio italiano arriva da molto lontano e parte precisamente dal 1962 quando ha iniziato a lavorare nella concessionaria Fiat di Wembley come collaudatore.
Nel 1963 acquistò la sua prima Fiat, una 500D di prima generazione di colore rosso che all’epoca costava 399 sterline. David Franklin ha lavorato con la Fiat fino al 1974 quando passò a lavorare per l’azienda di famiglia. Durante questi anni, oltre a ricoprire diversi incarichi, è stato anche pilota di vetture derivate dalla serie con discreti risultati. Nel 1964 ha conosciuto sua moglie Michela, un’italiana che si era trasferita nel Regno Unito per lavorare in Fiat. La coppia ha poi deciso di sposarsi in Italia viaggiando a bordo di una Fiat 2300 familiare.
Nonostante la sua carriera in Fiat si sia interrotta nel 1974, David Franklin è comunque rimasto fede al marchio italiano.
Fiat non mi ha mai deluso, quindi non li ho delusi.
Nel garage dell’inglese hanno trovato posto modelli come la Fiat Uno (anche in versione Turbo), la Fiat Coupé Turbo, la Fiat 500X, la Fiat Tipo, la Fiat Croma, la Fiat Panda e la Fiat Bravo. Si può dire che la maggior parte delle auto prodotte dal marchio italiano siano finite nel garage di casa Franklin. I suoi modelli preferiti? La Fiat Multipla, la Fiat 850 Coupé e la nuova Fiat 500 elettrica. La prima apprezzata per la versatilità, la seconda perché è stata usata quando gareggiava e la terza per le prestazioni brillanti.
Secondo quanto racconta David Franklin, complessivamente avrebbe percorso oltre 600 mila miglia (quasi un milione di km) a bordo di una Fiat.
Avendo guidato Fiat costantemente per quasi 60 anni, è molto difficile dire quante miglia sia io che la mia famiglia abbiamo percorso con un’auto Fiat. Tuttavia, fino al Covid, io e Michela ci recavamo in Italia almeno una volta all’anno, a volte due quando i ragazzi erano più piccoli.