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Twitter voleva entrare nel mercato dei contenuti per adulti, lanciando un servizio simile a quello offerto da Onlyfans. Il progetto aveva iniziato a essere discusso internamente alla società questa primavera, rivela un’inchiesta di The Verge. La proposta consisteva in un piano di abbonamenti per i creator, da cui Twitter avrebbe ricavato una percentuale. Sulla piattaforma circolano già da anni contenuti di stampo sessuale, che i dirigenti puntavano a trasformare in una fonte di guadagno.
Tuttavia, prima del lancio ufficiale del progetto, i vertici di Twitter hanno incaricato un gruppo di ottantaquattro dipendenti, ribattezzato Red Team, di valutare i possibili rischi per la sicurezza degli utenti, in relazione anche alle responsabilità della piattaforma. Le conclusioni del Red Team hanno portato allo stop definitivo: Twitter non è al momento in grado di controllare in modo efficace la pubblicazione e la diffusione di contenuti sessuali violenti o illegali sulla piattaforma. Questi comprendono, secondo la valutazione interna, scene di nudo non consensuali o che coinvolgono minori. Mancano anche strumenti per verificare che sia i creatori che gli eventuali abbonati siano maggiorenni. Il progetto è stato così rimandato sine die a maggio, qualche settimane dopo annuncio sull’accordo di vendita di Twitter a Elon Musk, a cui è seguito il lungo marasma legale in cui la compagnia è tuttora immersa.
Senza delle policy e degli strumenti specifici per prevenire gli abusi il Red Team ha concluso che Twitter non può procedere nel suo progetto di monetizzazione della pornografia. I dirigenti della società hanno preso seriamente questa valutazione. Ma resta comunque un problema di fondo: secondo alcune interviste condotte da The Verge con attuali ed ex dipendenti, i contenuti pedopornografici sono molto diffusi e ancora difficili da tracciare sulla piattaforma. A febbraio del 2021 un report interno avvertiva che “la quantità di contenuti pedopornografici online è cresciuta in modo esponenziale, a differenza degli investimenti di Twitter nelle tecnologie per rilevare e gestire questa crescita“. Lo stesso report consigliava di lavorare a uno strumento in grado di identificare in modo univoco i contenuti pedopornografici, coordinare gli sforzi con le autorità e con le altre piattaforme e tenere conto della salute mentale dei moderatori e dello staff che dovesse avere a che fare con immagini violente o sensibili.
Gli investimenti di Twitter nella moderazione dei contenuti e nella sicurezza degli utenti sono largamente considerati insufficienti. Mentre per contrastare la pedopornografia Facebook e Google possono contare su strumenti altamente sofisticati di intelligenza artificiale – anche se non privi di problematiche – Twitter si affida principalmente a un software datato (chiamato RedPanda) e alle segnalazioni manuali dei moderatori.
In risposta all’inchiesta di The Verge, una portavoce di Twitter ha dichiarato che le informazioni ottenute dal sito fanno riferimento a documenti non aggiornati e che gli sforzi per contrastare gli abusi sui minori si sono evoluti nell’ultimo anno, aggiungendo che la società ha aperto due posizioni proprio nell’ambito della sicurezza dei minori.