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Maria Carmela Colaiacovo
Il boom della domanda estiva potrebbe non essere sufficiente alle imprese alberghiere italiane per tornare a far quadrare i conti dopo due anni di pandemia. Alle viste di un orizzonte non troppo lontano si profila infatti un autunno difficile, segnato da rincari dell’energia tali da rischiare di far saltare il banco. Stando alle ultime rilevazioni di Confindustria Alberghi, quella del 2022 è stata davvero un’estate bollente, con tassi di occupazione che a luglio hanno superato in molti casi l’80%, mentre ad agosto si è spesso sfiorato il tutto esaurito. Molto bene sono andati mare e montagna, ma quello che ha fatto la vera differenza è stata la ripartenza delle città d’arte, sostenute da una fortissima domanda internazionale. Una crescita trainata dal ritorno del turismo dai paesi europei, ma soprattutto dagli Stati Uniti, forti anche di un cambio euro/dollaro particolarmente favorevole.
“Numeri importanti, che restituiscono fiducia nel turismo – dichiara la presidente di Confindustria Alberghi, Maria Carmela Colaiacovo –. Ma per le imprese le difficoltà non sono finite. Se da un lato possiamo guardare con fiducia alla ripresa della domanda, ancora molto sostenuta a settembre e con un buon potenziale anche per l’autunno, i costi dell’energia hanno raggiunto livelli insostenibili. Già prima dell’estate, avevamo lanciato l’allarme denunciando l’impatto drammatico dell’aumento dell’energia sui conti del settore alberghiero, ma con gli ulteriori rincari di agosto molte aziende rischiano la chiusura. Ricordiamoci che il settore viene da oltre due anni di fermo pressoché totale e rischia quindi, malgrado i buoni risultati di questi mesi, di rimanere schiacciato dagli aumenti insostenibili dei costi energetici. Abbiamo bisogno di interventi urgenti per garantire la continuità nei prossimi mesi: sterilizzazione degli aumenti del gas e dell’energia elettrica e la decontribuzione per contenere il costo del lavoro scongiurando il ricorso alla cassa integrazione”.