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Anche Jean Burgess, docente di media digitali presso la Queensland University of Technology e autrice di un libro su Twitter, ritiene che si tratti di un cambiamento nel complesso positivo: “Le tutele, il limite di tempo e le misure di trasparenza – la notifica che segnala che un post è stato modificato e la possibilità di visualizzare la versione precedente – sembrano rispondere alla maggior parte delle principali preoccupazioni relative a un potenziale uso improprio – spiega –. Il nocciolo duro dei primi utilizzatori di Twitter lo chiedeva da tempo. È una mossa in buona fede e non dovrebbe suscitare polemiche, ma dobbiamo sempre essere pronti a farci sorprendere da attori malintenzionati“.
I limiti del pulsante modifica
Naturalmente il funzionamento del pulsante di modifica ha dei limiti per quanto riguarda l’involontaria condivisione di informazioni errate. Come sa chiunque abbia trascorso del tempo su Twitter, i contenuti non vengono condivisi solo attraverso i retweet. Alcuni utenti scelgono infatti di fare uno screenshot dei tweet di altre persone per condividerli sotto forma di immagine. È possibile quindi che diversi utenti decidano di scattare una foto al tweet originale, vanificando l’utilità di qualsiasi correzione. Un altro problema, che nessuna piattaforma è in grado di risolvere, è che le modifiche per correggere le informazioni esistono solo all’interno della piattaforma stessa: molti utenti avranno già visto il tweet originale senza mai capitare sulla versione corretta successivamente.
Inoltre, è probabile che il pulsante modifica non rivestirà un grande significato per la maggior parte degli utenti di Twitter: “L’opzione di modifica riguarda una minoranza degli utenti che twittano”, sottolinea Elinor Carmi, docente di società digitale alla City University di Londra, specializzata in alfabetizzazione digitale. “Potrebbero sembrare di più perché seguiamo e interagiamo con quelli più ‘rumorosi’ – aggiunge –, ma non sono sicuramente la maggioranza“.
Carmi teme anche che la funzionalità renda più facile alle persone che occupano posizioni di potere sottrarsi alla responsabilità delle proprie parole: “Per gli utenti di alto profilo, è un’opportunità ma anche una preoccupazione, perché non potendo modificare i tweet possiamo far sì che i politici, per esempio, debbano rispondere delle cose che dicono – spiega Carmi –. Se da una parte la funzione di modifica terrebbe traccia di ciò che i loro tweet dicevano originariamente e di come sono stati modificati, la cronologia delle modifiche, così come è stata progettata attualmente, è nascosta dietro un prompt su cui gli utenti devono cliccare per accedere”.
Nel post pubblicato sul suo blog, Twitter sostiene di aver ben presente tutti questi problemi, che sono il motivo per cui il test iniziale della funzione è chiuso. Rimangono però questioni fondamentali che andranno affrontate adeguatamente affinché la funzione abbia successo. Come vediamo ormai sempre più spesso, infatti, quello che viene scritto sui social media può avere un impatto significativo sulla nostra società e sulle nostre vite.