giovedì, Giugno 8, 2023

Il buco legislativo del voto dei fuorisede, che l'Italia non sa risolvere

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Quasi 5 milioni di italiani rischiano di non poter votare alle elezioni del 25 settembre. Sono i fuorisede, in gran parte giovani tra i 18 e i 35 anni, che vivono lontani dal loro comune di residenza per studiare o lavorare (o entrambe le cose) e compongono circa il 10% del corpo elettorale del paese. Ma se ad alcune categorie, come militari e forze dell’ordine, lo stato concede di votare nel comune di domicilio, tutti gli altri sono costretti a tornare a casa, per colpa di una grave mancanza politica che non ha mai trovato soluzioni alternative per permettere loro di esercitare facilmente il diritto di voto.

Quando si parla di astensionismo si tende a scaricare la responsabilità sui singoli, accusandoli di indifferenza o disinteresse, senza considerare l’astensionismo involontario che dipende dall’impossibilità di recarsi alle urne a causa di impedimenti fisici o materiali. I fuorisede rientrano proprio in questa categoria, costretti a incastrare tra i propri impegni di studio o di lavoro viaggi interminabili e dai costi molto elevati.

La situazione in Europa 

A parte Italia, Malta e Cipro, altri paesi europei hanno istituito strumenti alternativi per agevolare la partecipazione elettorale a studenti e lavoratori fuorisede, oltre che ad anziani e disabili. In Austria, Germania, Irlanda, Regno Unito, Spagna e Svizzera si può votare per corrispondenza. In Belgio, Francia e Paesi Bassi è possibile delegare il proprio voto a un’altra persona. In Danimarca, Norvegia, Portogallo e Svezia c’è il voto anticipato, mentre in Estonia c’è quello elettronico.

Da Flixbus a Ita Airways, da Ferrovie dello Stato a Italo, previsti sconti dal 25% al 70% sui biglietti per raggiungere il proprio comune di residenza e votare

“Il viaggio della speranza” all’italiana

In Italia, invece, i voti dei fuorisede sono affidati al cosiddetto “viaggio della speranza”. Per fare qualche esempio, ecco quanto durano e quanto costano alcune tratte che collegano Nord, Centro e Sud Italia:

  • Torino-Matera: il viaggio di andata e ritorno consiste in circa 20 ore di treno, con due cambi, per un totale di 200 euro;
  • Torino-Catanzaro: il tragitto di andata e ritorno può variare dalle 22 alle 40 ore, con due cambi di treno e un autobus, per circa 200 euro;
  • Ancona-Catanzaro: nonostante tra Torino e Catanzaro ci siano circa 1300 chilometri, mentre tra Ancona e Catanzaro solo 800, la durata del viaggio di andata e ritorno è la stessa, variabile tra le 11 e le 40 ore, mentre il costo è lievemente inferiore e pari a 110 euro;
  • Milano-Lecce: in questo caso si passa dalla 16 alle 26 ore per i viaggio di andata e ritorno, con due cambi, per un costo di circa 180 euro;
  • Bologna-Palermo: la durata del viaggio di andata e ritorno può variare dalle 24 alle 34 ore, con due cambi di treno e un traghetto, il tutto a circa 200 euro. Mentre in aereo, i biglietti di andata e ritorno si trovano a partire dai 200 euro;
  • Roma-Palermo: anche in questo caso, nonostante Roma sia più vicina a Palermo di Bologna, la durata del viaggio andata e ritorno è simile, variabile tra le 24 e le 30 ora, con due cambi di treno e un traghetto, per un costo di circa 120 euro. Mentre i voli andata e ritorno sono a partire dai 150 euro.
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