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L’aumento del prezzo del gas e, di conseguenza, di quello dell’energia elettrica, sta monopolizzando la campagna elettorale in vista del voto del 25 settembre. Ma cosa significa questo incremento, in concreto, per una famiglia? Per provare a capirlo Wired ha scelto di utilizzare gli small data. Ovvero, bollette alla mano, ha estratto mese per mese i dati relativi al costo della componente energia a partire dal dicembre 2020. In altre parole, il prezzo al chilowattora.
Cosa dicono gli small data
I dati estratti dalle bollette dicono che il prezzo dell’energia elettrica è sostanzialmente quintuplicato nel giro di 20 mesi, passando da 7 a 38 centesimi al chilowattora. Un incremento che il governo Draghi ha cercato di mitigare introducendo una serie di misure, dall’azzeramento delle aliquote agli aiuti alle famiglie in difficoltà. Questo l’andamento riportato in un grafico.
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I dati fanno riferimento a un contratto con tariffa bioraria che rientra nella maggior tutela. Ovvero in un contratto per la fornitura di energia elettrica che ancora non ha effettuato il passaggio al mercato libero e il cui prezzo viene definito trimestralmente da Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente.
Come si può vedere dal grafico (F1 fa riferimento ai consumi tra le 8 e le 19, F23 a quelli nelle altre ore della giornata), il costo al chilowattora dell’energia elettrica aveva iniziato a salire in maniera significativa già a metà dello scorso anno. Ovvero almeno sei mesi prima dell’invasione russa dell’Ucraina. A gennaio di quest’anno, quando ormai lo scoppio di una guerra appariva sempre più probabile, si è registrato l’aumento più significativo, con il prezzo in fascia F1 passato dai 21 ai 38 centesimi. Una somma superiore di cinque volte rispetto a quella prevista a fine 2020.
Le ragioni dell’aumento
Sono sostanzialmente due le ragioni dietro a questo aumento dei costi dell’energia. Il primo è legato alla ripresa delle attività economiche dopo gli stop imposti per contenere la pandemia di Covid-19. L’aumento della domanda di elettricità, in altre parole, ha portato con sé anche un aumento del suo prezzo.
L’altra ragione è invece una conseguenza indiretta delle azioni militari russe. Mosca è infatti il principale fornitore dell’Europa di gas in generale e dell’Italia in particolare. Una risorsa che è diventata, da entrambi i lati di quella che una volta era definita Cortina di ferro, un elemento del confronto diplomatico tra il governo del presidente Vladimir Putin e quelli occidentali.