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È diventato il terzo sport per numero di appassionati e il quarto in assoluto per numero di praticanti. In Italia è tennis-mania. Lo praticano oltre 3 milioni di persone, erano poco più di 2 milioni nel 2018 (dati dell’ultima edizione dell’Osservatorio sullo sport system italiano). E il cugino che un tempo era minore, ovvero il padel, non è da meno. Anzi. Sta vivendo anche lui una stagione d’oro, con oltre un milione di italiani che lo indicano fra gli sport che prenderebbero in considerazione in futuro per pratica amatoriale o agonistica (secondo la Fit). Le ragioni dei nuovo Rinascimento sono tante, dal ritorno dell’Italia a Wimbledon a quei cinque nomi che abbiamo imparato a conoscere, e ci hanno fatto conoscere a livello internazionale: Berrettini, Sinner, Sonego, Fognini, Musetti, entrati a pieno titolo (anche) nel ranking dei 100 giocatori più forti al mondo. E poi, certo, la pandemia: il tennis ha rappresentato quel raro momento di incontro con un amico, in totale sicurezza. C’è chi ha preso una racchetta in mano per la prima volta e chi ha rinnovato una passione giovanile. Elegante e blasonato per natura, un tempo gli uomini giocavano in camicia, le donne con le gonne lunghe, non ha fatto fatica a farsi piacere anche dai marchi della moda del lusso che oggi lo celebrano in passerella (Miu Miu, Marcelo Burlon), con collaborazioni che ne riprendono i codici estetici (quella tra Gucci e adidas per esempio), con aperture speciali (Thom Browne).