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Gianfranco Rosi ci regala un lavoro tratto dai filmati di archivio che seguono il Papa in alcuni viaggi nel corso dei nove anni di pontificato. In viaggio, presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia, non si avvale di interviste esclusive, dichiarazioni inedite o della macchina da presa diretta dal nostro documentarista, già Leone d’oro per Sacro GRA, che ritrae o interroga Bergoglio.
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Ascoltiamo la voce preoccupata del Pontefice che parla ai popoli di alcuni dei 37 territori toccati tra il 2013 e oggi: da Lampedusa, il suo primo viaggio dopo la fumata bianca, a Cuba, dal Brasile all’Iraq, dalla Palestina agli Stati Uniti, dal Giappone alla piazza del Vaticano deserta durante il lockdown del 2020. E ci sono le sue carezze, gli abbracci, i baci agli uomini e alle donne del futuro e a chi non ha più la speranza di un futuro migliore.
Lo schema è semplice, il più semplice che Gianfranco Rosi abbia costruito finora: si concatenano gli sguardi, la voce e i silenzi di Bergoglio, i volti e le urla di entusiasmo della gente che lo incontra tappa dopo tappa. In questo viaggio il regista compone un mosaico che racconta di un mondo dilaniato dalla povertà, dai conflitti e dal fenomeno della migrazione, dall’indifferenza e dalla violenza. Un mondo malato e corrotto dalle ideologie e dall’intolleranza. «Questo non è solo il ritratto di un uomo, ma del mondo», afferma Rosi.