domenica, Aprile 2, 2023

L'interpretazione di Brendan Fraser in The Whale è un ritorno agrodolce ai tempi che furono

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Alla Mostra del Cinema di Venezia, ieri sera, all’alzarsi delle luci e allo scorrere dei titoli di coda della prima di The Whale  di Darren Aronofsky, la star Brendan Fraser ha singhiozzato come se fosse una cosa fuori moda, festeggiata però da una rauca sinfonia di sei minuti di applausi, fischi e acclamazioni. Sembrava che avesse aspettato per anni, non tanto per il riconoscimento, quanto per essere riscattato e, a dire il vero, è così.

Guardare The Whale, uno straziante dramma da camera su un uomo morbosamente obeso sull’orlo della morte che cerca di riconciliarsi con la figlia allontanata, significa essere ripetutamente colpiti da un ariete emotivo. Un’accoglienza così enfatica è incredibilmente rara e Fraser merita tutti gli applausi e le grida del mondo per quello che riesce a fare in questo straziante e profondamente compassionevole studio del personaggio di The Whale. Ma questa è stata tanto una dimostrazione di sollievo collettivo quanto il prodotto di una catarsi.

Per una certa generazione di cinefili, Brendan Fraser è stato sempre presente sugli schermi e sui cartelloni: l’americano-canadese era la star de La mummia e ha recitato in film per famiglie come George della giungla. A metà degli anni 2010, tuttavia, la stella, un tempo onnipresente, è apparentemente scomparsa dalla superficie della terra. Tra il 2014 e il 2019, l’attività di attore di Fraser si è ridotta a un’infarinatura di lavori part-time in fiction televisive di basso profilo come Texas Rising e The Affair. In un’intervista del 2018 a GQ, ha rivelato tutto: la sua autostima è crollata in seguito a una presunta violenza sessuale nel 2003, seguita da un doloroso senso di disillusione.

Sulla scia del profilo si è scatenata un’ondata di solidarietà per la star che un tempo dominava la nostra infanzia. Da allora la sua carriera è stata in ascesa: la sua parte in Trust, il dramma sul rapimento di Danny Boyle, è stata ampiamente acclamata, così come la sua partecipazione al thriller poliziesco di Steven Soderbergh No Sudden Move. Se gli ultimi quattro anni sono stati trascorsi in un bozzolo trasformativo, The Whale potrebbe essere considerato lo stadio finale della metamorfosi – e non solo perché indossa una tuta prostetica che pesa più di 90 chili.

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