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Il Signore degli anelli: Gli Anelli del potere, la nuova serie tratta dalle opere di J.R.R. Tolkien e sbarcata su Prime Video lo scorso 2 settembre con un grande clamore di pubblico, tanto da aver infranto record importanti, ha subito diviso il pubblico tra estimatori entusiasti e critici che rimpiangono gli originali tolkeniani. C’è anche qualche detrattore illustre che ha fatto sentire la sua voce nelle ultime ore: si tratta di Elon Musk. Il fondatore di Tesla non ha perso tempo e ha twittato che Tolkien si starebbe “rivoltando nella tomba” dopo aver visto i primi due episodi degli adattamenti delle sue opere.
Spiegando le ragioni della sua contrarierà, Musk ha scritto poi che “quasi tutti i personaggi maschili visti finora sono dei codardi o degli imbecilli, o entrambe le cose”. Si salva solo l’elfa guerriera interpretata da Morfydd Clark: “Solo Galadriel è coraggiosa, sveglia e carina”, ha commentato l’imprenditore noto per le sue sparate e per le sue posizioni spesso controverse. Uno dei timori di Musk, probabilmente, è che la serie dipinga gli uomini come inferiori o meno preparati delle donne; del resto la stessa accusa è stata fatta dalle migliaia di troll che in questi giorni hanno cercato di affossare la serie, accusandola di essere troppo politicamente corretta per via del risalto dato ai personaggi femminili o di colore.
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Review bombing a parte, non si può non pensare che le accuse mosse da Elon Musk abbiano anche a che fare con le sue rivalità finanziarie. È noto che lui veda in Jeff Bezos, patron di Amazon, una delle sue nemesi più acerrime, soprattutto dopo la concorrenza tra i rispettivi progetti spaziali, SpaceX e Blue Origin. Musk non è nuovo dunque alla pratica di criticare su Twitter le iniziative delle società di Bezos. È indubbio che per Amazon Studios e quindi per Prime Video Gli Anelli del potere, che finora è costata 250 milioni di dollari per l’acquisizione di diritti e 465 milioni per la realizzazione della prima stagione (ne sono previste cinque), siano una sfida importante e ambiziosa, che per ora sta dando i suoi frutti. Insomma, dietro alle scaramucce tra miliardari c’è anche in sottofondo il futuro dello streaming e dell’intrattenimento.