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E’ ormai da marzo 2021 che il trend dei viaggi d’affari è in lenta ma costante ripresa, con la notevole eccezione di gennaio 2022, mese di picco della diffusione della variante Omicron. Le aziende hanno infatti via via allentato le limitazioni imposte dalla pandemia sui viaggi d’affari già a partire dalla scorsa primavera, con una conseguente ripresa delle prenotazioni e degli spostamenti per trasferte.
Dai primi risultati della nuova Sap Concur Global Business Travel Survey emerge però che oggi è messa a dura prova la capacità di trattenere talenti chiave per quelle aziende che non riescono a garantire flessibilità, salute e sicurezza durante i viaggi di lavoro. “La ricerca di quest’anno ha rivelato che un certo grado di infelicità e ansia persiste tra i viaggiatori d’affari e i travel manager di tutto il mondo – spiega Charlie Sultan, presidente di Concur Travel -. Se le cose non cambieranno, su scala globale quasi un quarto dei viaggiatori d’affari inizierà a cercare un nuovo lavoro: brutte notizie per qualsiasi attività alle prese con il logoramento in atto, competenze lacunose e una radicata carenza di lavoratori specializzati”.
Ecco i dati principali dell’indagine relativi al mercato italiano:
• Tre viaggiatori d’affari su cinque (60%) riferiscono che il numero di viaggi pianificati è inferiore alle loro aspettative. Molti sottolineano che è in atto un cambiamento di rotta: circa quattro viaggiatori d’affari su cinque (73%) riferiscono che la loro azienda sta tornando a livelli pre-pandemici, ma con una diversa ripartizione dei viaggi su più dipendenti.
• Ciò tuttavia non significa che i viaggiatori siano disposti a scendere a compromessi sulle loro aspettative per i viaggi d’affari. Infatti, tali aspettative rimangono in gran parte invariate dal 2021: nel 2022, l’85% considera alcune opzioni di viaggio e prenotazione flessibili come essenziali per la loro azienda per consentire di proteggere la loro salute e sicurezza quando viaggiano per affari, rispetto all’89% nel 2021.
• I viaggiatori d’affari si sentono inoltre autorizzati a rifiutare un viaggio d’affari se non corrisponde alle loro aspettative o non ha un adeguato livello di comfort:
• Quattro viaggiatori d’affari su cinque (79%) dicono che i loro viaggi d’affari sono stati fortemente limitati dalla guerra in Ucraina, e la relativa preoccupazione per la loro sicurezza è uno dei primi ostacoli, con oltre la metà dei viaggiatori d’affari (44%) che confermano di limitare i propri spostamenti a causa di questa situazione critica.
• Meno della metà del campione intervistato (42%) è disposto a rifiutare un viaggio per preoccupazioni sul Covid19.
• Solo il 5% degli intervistati è disposto a rinunciare a un viaggio assegnato se sentono di aver raggiunto il limite della loro energia fisica e mentale.
• Il 16% rifiuterebbe un viaggio a loro assegnato in caso di opzioni di viaggio non sostenibili.
• Il 15% degli intervistati in Italia conferma di non viaggiare così frequentemente come il loro ruolo richiederebbe e sono fortemente indirizzati a cercare una nuova posizione se il loro programma di viaggio non migliora. Allo stesso tempo, consapevoli dell’attuale mercato del lavoro, i lavoratori non sono disposti ad accettare una posizione che richiede più viaggi senza vantaggi aggiuntivi. L’87% afferma che avrebbe bisogno di un aumento di salario aggiuntivo, benefici o flessibilità per viaggiare di più.
• Nel frattempo, tutti i travel manager intervistati sentono la pressione e si aspettano che il loro ruolo sia molto più impegnativo nei prossimi 12 mesi rispetto allo scorso anno, con quasi la metà (49%) che individua una pressione crescente da parte dei vertici aziendali.