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Il titolo, deciso da Amelio fin dall’inizio, fa riferimento alla passione del protagonista per le formiche, che collezionava e teneva dentro teche di vetro e delle quali studiava i comportamenti.
La prima parte del film è un lungo flashback. Dopo aver assistito all’irruzione della madre e del fratello di Edoardo nella pensione in cui lui e Aldo vivevano a Roma, torniamo indietro per scoprire come era avvenuto il loro primo incontro e la nascita della loro relazione.
Quindi, con un nuovo salto in avanti, il film mette in scena il processo, le reazioni dei media e dell’opinione pubblica, la mobilitazione contro il processo di intellettuali e giovani attivisti. E il destino di Edoardo, il più triste di tutti, che per volere della famiglia venne internato in un ospedale psichiatrico dove per curare la sua “malattia” viene sottoposto anche a elettroshock.
Nel ruolo di Braibanti, Amelio ha voluto Luigi Lo Cascio, mentre per quello di Edoardo ha scelto Leonardo Maltese, al suo debutto. Ma se loro due sono i protagonisti di quella che, alla fine, è una storia d’amore, per inquadrare la vicenda dal punto di vista storico e sociale, il regista ha creato altri personaggi di contorno: Ennio, il giornalista del quotidiano L’Unità (Elio Germano) che si prende a cuore il caso e cerca di aiutare Braibanti con i suoi articoli, pur nei limiti della censura che gli viene imposta, e sua cugina Graziella (Sara Serraiocco), un’attivista del movimento d’opinione pro Braibanti.
CLAUDIOIANNONE