domenica, Marzo 26, 2023

Aaron Swartz: il codice free e open di una internet diversa

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Il social network Reddit, le licenze Creative Commons, Wikipedia e il software cifrato per la sicurezza dei giornalisti SecureDrop: ecco una lista non finita dei progetti cui Aaron Swartz ha legato il suo nome nei 27 anni che ha trascorso su questo pianeta, prima di togliersi la vita nel 2013. Ci sono abbastanza idee e iniziative per riempire più vite, eppure Swartz, una persona dotata di una intelligenza, dedizione ed empatia forse senza precedenti, è riuscito a lasciare un segno tanto evidente, e in così poco tempo, sulle evoluzioni della rete, oltre a contribuire direttamente ad alcune battaglie cruciali per la libertà di Internet.

In questa seconda puntata del podcast Rivoluzionari in codice, ripercorriamo la vita e il lavoro di Aaron Swartz, una delle poche persone per cui l’appellativo di “genio” non è un’esagerazione o una trovata retorica. Attivista, programmatore, hacker, Swartz è stato molte cose e con ognuna di queste incarnazioni si è battuto in vari modi per mantenere viva una possibilità, una prospettiva per una internet diversa, più aperta, più libera e meno aggiogata a pochi, ma enormi, poteri commerciali. Una vita spezzata prematuramente e tragicamente, nel gennaio del 2013, quando Swartz si è tolto la vita. Una morte ancora difficile da accettare, specialmente per le circostanze in cui è avvenuta.

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Quando si è tolto la vita, infatti, Aaron Swartz si trovava coinvolto in una dura e pericolosa battaglia legale, indagato per vari capi di accusa che lo avrebbero potuto portare in carcere per, potenzialmente, 35 anni. La “colpa” di Swartz era stata scaricare migliaia di file pdf di altrettanti paper accademici coperti da copyright dal database Jstor, una delle piattaforme commerciali utilizzate dai ricercatori in tutto il mondo per accedere alla letteratura scientifica. Swartz, per protestare contro i costi altissimi imposti dagli editori per l’accesso a questi contenuti, oranizzò un download massivo usando uno script e la rete del Mit di Boston. Una volta scoperto, il caso divenne federale e contro Swartz venne utilizzato il Computer Fraud and Abuse Act (Cfaa), una legge che, promulgata negli anni ’80 ed estremamente antiquata, viene usata in tutti i casi di “hacking”, indipendentemente dalla loro gravità. Inoltre, si tratta di una legge particolarmente severa che può portare a pene detentive draconiane ed esemplari anche in casi non criminali o gravi, come quello di Swartz, di fatto un atto dimostrativo a fovore dell’open access e dell’accesso libero alla cultura e alla conoscenza. 

Secondo la famiglia Swartz, l’azione legale sarebbe stata eccessivamente dura e volutamente indirizzata al generare un deterrente e l’accusa avrebbe rifiutato ogni possibile alternativa a una pena detentiva forte. Trattato come un criminale o peggio, Swartz si trovò indagato dall’Fbi per qualcosa che è stato paragonato all’aver “preso in prestito troppi libri da una biblioteca”. Questo non significa che Swartz non abbia violato in nessun modo le regole di Jstor, come fece notare anche Lawrence Lessig, giurista, fondatore di Creative Commons e amico di Swartz, ma che il trattamento che gli è stato riservato, oltre che la pena potenziale cui Swartz era esposto, fossero assolutamente esagerate. In questa puntata di Rivoluzionari in codice, però, cercheremo di ripercorrere la vita di Aaron Swartz e la sua eredità.

L’assenza di Aaron Swartz si è percepita in modo chiaro negli ultimi dieci anni, anni in cui la rete ha preso direzioni e orientamenti agli antipodi rispetto agli ideali in cui Swartz credeva e che ha rappresentato. Molte battaglie per una rete diversa hanno perso la loro voce più forte e autorevole. Ripercorrere la storia di Aaron Swartz oggi è anche ripercorrere una linea di potenzialità che non si sono potute manifestare.

Rivoluzionari in codice è scritto da Philip Di Salvo e raccontato insieme a Federico Ferrazza, mentre la produzione è a cura di Giulia Rocco e Luca Zorloni. Rivoluzionari in codice è un podcast che mette sotto esame, attraverso biografie straordinarie, il futuro della democrazia, tema al centro del Wired Next Fest di Milano in programma 7 e 8 ottobre.

Buon ascolto. 

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