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Númenor, luogo fondamentale degli scritti di Tolkien incentrati sul periodo qui trattato, è creata con un dispiego di mezzi straordinari. Un uso sapiente della mdp, una fotografia limpida, quasi distillata, costumi e accessori sontuosi e curatissimi nei dettagli. Dopo aver visto i primi due episodi sul grande schermo, guardare la terza puntata su quello televisivo è avvilente: una parte enorme di quella magnificenza, di quella spettacolarità tanto decantata dalla critica, inevitabilmente si perde. Vedere Gli Anelli del Potere su computer, tablet o smartphone è un’eresia. Ma quello splendore è adombrato, volutamente, in questo terzo episodio. A fare la differenza, è l’ombra che incombe su Arda sempre più funesta. La minaccia di Sauron è come anticipata da fotografia e scenografia: sotto alla sala del palazzo di Miriel le segrete sono gelide e spoglie, le stradine e i vicoli opprimenti e pericolosi. Il mondo silvano dal sapore arcadico dei Pelopiedi, così familiare e confortante mentre i membri si riuniscono davanti al focolare, si rivela spietato e duro. Come greve, oberato dei sensi di colpa e delle colpe dei padri è il passato di Galadriel e Halbrand. Quel buio che avvolge i loro cuori e il mondo fantastico di Gli anelli del Potere può rendere interessante il futuro di uno show che si era presentato bello bello in modo assurdo, ma di cui non si era ancora scorta l’anima.