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Il metaverso è la più grande scommessa lanciata dal mondo tech degli ultimi anni. L’idea di costruire un nuovo mondo virtuale come diretta evoluzione di Internet è un boccone goloso per tantissime aziende che stanno già pensando ai soldi che riscuoteranno dagli utenti per vendere loro l’accesso a un nuovo universo fatto di film, concerti, incontri, giochi e tutto ciò che riesci ad immaginare in forma digitale. Pensa alla tua routine quotidiana e declinala in formato virtuale: riunioni, incontri, pranzi, sport, fitness, film, fiere, videogiochi e shopping saranno convertiti per essere disponibili nel nuovo ambiente 3D in via di costruzione. Un universo parallelo che mira ad assorbire le nostre esistenze, puntando a farci passare ore e ore di tempo attaccati ad un visore o ad un paio di occhiali smart attraverso i quali potremmo accedere ad un bagaglio di esperienze ancora inimmaginabili. Una rivoluzione che richiederà anni di tempo (e miliardi di visori VR) per poter essere messa in pratica: fino ad allora, abbiamo realizzato questa guida per capire di cosa si tratta e quali sono tutte le implicazioni da tenere in considerazione.
Cos’è il metaverso e da dove nasce il nome
Lo scrittore Neal Stephenson ha creato questa parola per descrivere l’ambiente virtuale in cui viveva l’avatar digitale del protagonista del romanzo Snow Crash, uscito nel 1992. Da allora sono stati soprattutto i film di fantascienza a mettere in scena il metaverso – seppur, molto spesso, nella sua accezione distopica e alienante – in primis Ready Player One, dove le persone passavano gran parte del loro tempo in un mondo virtuale dorato in cerca di premi.
L’idea è quella: tu indossi un visore o un paio di occhiali e ti ritrovi immerso in una gigantesca città virtuale in cui puoi decidere cosa fare, proprio come cliccheresti su un link all’interno del tuo browser. Puoi seguire una riunione con i colleghi dell’ufficio, fare shopping come se fossi al supermercato, provarti la nuova collezione dei tuoi brand di abbigliamento preferito oppure giocare, disegnare, invitare amici nella tua casa «digitale» e così via senza lasciare il salotto di casa. Con opportunità ancora da definire: dai viaggi in realtà virtuale alla possibilità di investire nell’immobiliare virtuale, dal collezionismo alle nuove opportunità di lavoro; se si riuscirà davvero a trasformarlo in realtà sarà davvero un’operazione gigantesca.
Anche perché, al netto dei tanti annunci, per adesso il metaverso non esiste o, perlomeno, se ne può parlare soltanto in una forma depotenziata. C’è Sandbox, che ha una buona infarinatura su come potrebbe essere il nuovo ambiente in 3D, Hyperverse o Decentraland che ha ospitato la prima Metaverse Fashion Week nel marzo scorso aprendo le porte ai brand del lusso in quello che viene considerato il futuro dei social e non solo. Ma sono singole opzioni che ancora non dialogano tra loro, perdendo quel concetto di universalità che definisce il metaverso: facendo un paragone con Internet, è come se ogni sito web fosse accessibile con un proprio software senza una rete unica per saltare da un indirizzo all’altro. L’investimento miliardario di Meta (ex Facebook) vuole colmare questo buco provando a costruire questa infrastruttura che metta insieme ogni singola realtà come ha fatto il World Wide Web a suo tempo. Per adesso il gruppo di Mark Zuckerberg ha costruito alcuni paletti fondamentali per lo sviluppo di questo pianeta virtuale con Horizon Workrooms e Horizon Home, una sorta di corrispettivo di «casa e ufficio» da personalizzare a nostro piacimento. Ma soprattutto ha avuto il merito, dall’alto dei miliardi di utenti che può spostare con i propri social, di convincere alcune delle principali aziende del pianeta a convertirsi al progetto.
Quali aziende ci hanno scommesso
Microsoft, Roblox, Epic Games, Tencent, Alibaba e ByteDance hanno già investito milioni di dollari sullo sviluppo del progetto. L’azienda di Redmond ha presentato Mesh per Microsoft Teams che ti consente di partecipare alle videochiamate in versione avatar, fornendo un senso di presenza condiviso in riunione. Il bello di questa idea è che puoi farlo da qualsiasi dispositivo, senza aver bisogno di occhiali o visori particolari, visto che ci penserà il cloud di Microsoft a costruire la realtà virtuale sfruttando l’intelligenza artificiale.