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Assistere gli anziani con la massima professionalità, ma a casa loro e non più in ospedale o all’interno di Rsa in cui sarebbero costretti a distaccarsi da abitudini e affetti. Il Consiglio dei ministri che ieri ha chiuso l’era Mario Draghi ha dato il via libera al ddl attuativo del piano di riforme previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per il sostegno degli anziani non autosufficienti, andando incontro alle associazioni del terzo settore, che spingevano affinché il testo, pronto già da diverso tempo, fosse approvato prima del cambio di governo.
Soddisfatto il ministro del Lavoro Andrea Orlando. “Una norma di legge – si legge sui suoi profili social – con cui non solo per la prima volta si afferma il valore sociale, economico e culturale della stagione di vita anziana, ma che prevede azioni per la promozione dell’invecchiamento attivo, per rafforzare i Leps per gli anziani non autosufficienti, per dare sostegno e assistenza alle famiglie che se ne prendono cura. Una riforma di cui avevo mandato una proposta organica già nel mese di gennaio e che ho voluto inserire tra quelle qualificanti per il Pnrr”.
Il Cipa
Sono tante le novità introdotte dalla riforma, che prevede per esempio l’istituzione del Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana (Cipa) presso la presidenza del Consiglio dei ministri. Tale comitato nasce con il compito di promuovere il coordinamento e la programmazione integrata delle politiche nazionali in favore delle persone anziane, con particolare riguardo alle politiche per la presa in carico delle fragilità e della non autosufficienza.
L’attenzione del governo è rivolta però anche alle strutture di ricovero. Obiettivo altrettanto importante del Cipa è infatti il miglioramento qualitativo dei servizi residenziali e semi-residenziali per gli anziani, che saranno chiamati a facilitare sempre più le normali relazioni di vita e le attività sociali, nel rispetto della riservatezza della vita privata.
Le altre novità
La riforma introduce un nuovo sistema di assistenza, che mette al centro l’individuo e lo fa con un approccio innovativo, che integra prestazioni sanitarie e interventi di natura socio-assistenziale. L’obiettivo primario è quello di valorizzare la cure domiciliari in termini di qualità e continuità, senza però trascurare la promozione e la realizzazione di misure che favoriscano l’inclusione sociale. Tutto ciò passa anche dallo snellimento delle procedure di accertamento e valutazione della condizione delle persone anziane non autosufficienti utili a definire il miglior Progetto assistenziale individualizzato (Pai) e dalla creazione di un nuovo servizio di assistenza domiciliare integrata sociosanitaria e sociale che accorpi gli istituti dell’assistenza domiciliare integrata (Adi) e il servizio di assistenza domiciliare.
Il ddl prevede novità anche dal punto di vista dei sostegni. In particolare, introduce in via sperimentale e progressiva una prestazione universale per la non autosufficienza in sostituzione dell’indennità di accompagnamento. Essa prevede, tra le altre cose, la possibilità per l’anziano non autosufficiente di scegliere tra una prestazione di tipo economico e specifici servizi alla persona.
Sono previsti interventi anche per i caregiver familiari, una su tutte la ricognizione delle tutele per il loro reinserimento nel mondo del lavoro, anche in ambito previdenziale.
I prossimi passi
Spetterà al prossimo governo trovare le risorse economiche utili a finanziare quanto previsto dalla riforma. Il Pnrr prevede infatti la sua approvazione entro il 31 marzo 2023, ma non lo stanziamento di fondi. I decreti attuativi dovranno poi arrivare entro i successivi dodici mesi.