domenica, Aprile 2, 2023

Sovranità alimentare, ovvero il ministero delle Zucchine di mare

Must Read

Questo articolo è stato pubblicato da questo sito

Un tempo era “spezzeremo le reni alla Grecia”, oggi si resta umili e le reni ci si limita a volerle spezzare agli involtini primavera e al kebab. Non può che essere questo il senso del cambio di nome del ministero delle Politiche agricole in ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, uno di quelli che sancisce, almeno a parole, il passaggio dell’Italia a un regime “sovranista” (o “sovranello”, fate voi…). 

Lo spaghetto “asiatico”

Gli altri sono il ministero del Sud e del mare, quello della Famiglia e della natalità, quello del made in Italy e quello dell’Istruzione e del merito. Il nome del ministero affidato a Francesco Lollobrigida, cognato della premier Giorgia Meloni, in realtà non è neanche così originale: è copiato di sana pianta da quello del “cugino” francese. Più complicato capire cosa distinguerà il vecchio ministero, dal nome decisamente meno altisonante, da quello nuovo. Si occuperà forse di vigilare sul primato dell’italico spaghetto (inventato nel VI secolo avanti Cristo nella valle dell’Indo, ricordiamolo…) e sul potere temporale della mozzarella di bufala di Mondragone? 

In rete, come consuetudine, si è scatenata la consueta gara allo sfottò: c’è chi immagina il logo della “pasta Balilla”, chi propone una “svolta autarchica” (il kebab diventerà Che babbo, il sushi diventerà susino, la paella sarà la risella, il wurtsel più prosaicamente diventerà salsiccio e infine il guacamole si trasformerà in Guarda che molle) e chi si diverte a stilare improbabili liste di “devianze alimentari”.

Le zucchine di mare

Il neo ministro, tallonato dai cronisti, spiega: “Il nome non è inedito, lo hanno anche in Francia dove hanno difeso meglio i loro prodotti. Riteniamo che sia completamente in linea con la vocazione che avremo in questa fase: difendere i nostri prodotti”. E qui la memoria non può che riportarci a una celebre gaffe della cognata. Era il 2019 e Giorgia Meloni, in una delle sue tante invettive contro l’Unione europea, tuonò: “Oggi noi abbiamo un’Europa dove io devo farmi dire da Macron quanto deve essere il diametro delle zucchine che i miei pescatori possono pescare nei mari italiani”. Tutto chiaro: il ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare non è altro che il ministero delle Zucchine di mare. Che stupidi a non pensarci prima.

La domanda che però sorge spontanea è: davvero i prodotti alimentari italiani sono così a rischio da richiedere un ministero che li tuteli ancora di più di quanto fossero già tutelati? Assolutamente no. L’Italia è tra i Paesi che già oggi, con il suo banale ministero delle Politiche agricole, ne protegge più. Sono infatti 315 i prodotti con marchi Dop (denominazione di origine protetta), Igp (indicazione geografica protetta), Stg (specialità tradizionale garantita). Tra loro spiccano eccellenze come il Parmigiano Reggiano, il prosciutto San Daniele e l’aceto tradizionale balsamico di Modena. Con buona pace dei detrattori dell’Europa, sono proprio quei marchi a proteggere i nostri prodotti dalla contraffazione, oltre a garantirne la provenienza geografica e a tutelarne il rispetto delle fasi di produzione. In particolare, i marchi Dop e Igp sono esenti da alcune normative comunitarie che riguardano sanità, igiene, produzione e conservazione dei prodotti: in pratica possono continuare ad essere lavorati come da tradizione.

Insomma, il ministero dell’Agricoltura e sovranità alimentare sembra più un’operazione propagandistica: preoccupa molto di più il passaggio da Ministero della Transizione ecologica a Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, perché lì c’è un chiaro intento di mettere in secondo piano le politiche di abbattimento delle emissioni. Chissà se lì a destra qualcuno si sarà posto il problema di considerare i cambiamenti climatici disastrosi anche per le italiche produzioni agricole. In ultimo, come nota di colore, ci si chiede come mai un ministero come questo non sia stato assegnato al leader della Lega, Matteo Salvini. Ormai da anni il capo del Carroccio gira in lungo e in largo il Paese presidiando sagre e promuovendo prodotti tipici assaggiandoli personalmente. Non avergli concesso il “suo” ministero è stato davvero uno sgarbo non da poco.

- Advertisement -spot_img
- Advertisement -spot_img
Latest News

Donne, l'odio online va di pari passo con gli attacchi ai diritti

In Italia, le donne in politica più soggette a campagne di disinformazione e odio sono quelle che sostengono i...
- Advertisement -spot_img

More Articles Like This

- Advertisement -spot_img