venerdì, Aprile 19, 2024

Clima, contro la crisi i governi stanno facendo ancora troppo poco

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La crisi del clima sta peggiorando sempre di più e, nonostante gli investimenti in energie rinnovabili stiano aumentando, con le attuali politiche ambientali il mondo è destinato a subire un disastroso aumento delle temperature di 2,5 gradi. A lanciare l’allarme è il nuovo report World energy outlook 2022 dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), che fa il punto su quella che definisce la prima vera crisi energetica globale e il suo impatto sull’ambiente e sugli esseri umani.

Le cause della crisi

L’idea che la crisi energetica sia causata dalla transizione alle energie rinnovabili è semplicemente “errata” e questa argomentazione è funzionale solamente a “nascondere chi ha veramente scatenato la crisi”, ovvero la Russia. Il report dall’Iea non lascia spazio a interpretazioni e punta il dito contro l’invasione dell’Ucraina, come causa principale dell’attuale crisi, avendo scatenato effetti “di vasta portata sul sistema energetico globale, sconvolgendo i modelli di domanda e offerta e spezzando relazioni commerciali di lunga data”.

E proprio mentre le “incessanti preoccupazioni geopolitiche ed economiche” hanno reso i mercati energetici estremamente vulnerabili, ricordandoci la fragilità e l’insostenibilità dell’attuale sistema energetico globale, l’analisi dell’Iea ha rilevato come, nelle regioni più colpite dalla crisi energetica, quote più elevate di energie rinnovabili sono state correlate a costi dell’elettricità più bassi”. Un’affermazione che non lascia più alcuno spazio alla propaganda del Cremlino, che vorrebbe l’occidente e la transizione energetica alla base della crisi e dell’aumento dei prezzi dell’energia.

Al contrario, se c’è qualcuno che ha interesse a far aumentare i prezzi dell’energia, e a rallentare il passaggio alle energie rinnovabili, è proprio la Russia. Infatti, la crescita degli investimenti in energia pulita farà perdere a Mosca circa mille miliardi di dollari di introiti da combustibili fossili entro il 2030, portandola ad avere un “ruolo molto più ridotto negli affari energetici internazionali”, dato che la dipendenza del mondo dalla combustione di gas metano per l’energia diminuirà sempre di più.

Gli effetti dell’invasione russa dell’Ucraina

Se da un lato l’invasione russa dell’Ucraina ha innescato la crisi energetica globale e trascinato con sé la crescita dell’inflazione, aumentando la povertà in tutto il mondo, dall’altro ha spinto i governi dei paesi più inquinanti a un massiccio aumento della spesa pubblica verso fonti energetiche più pulite e le rinnovabili, contribuendo quindi a un’accelerazione della transizione energetica. Secondo Iea, questi investimenti – come il Fit for 55 e il RePowerEu dell’Unione europea, il programma Gx del Giappone, l’Inflation reduction act degli Stati Uniti e le azioni climatiche di Corea, Cina e India – porteranno il mondo a raggiungere nel 2025 il picco massimo di emissioni di carbonio, per poi diminuire costantemente fino ad arrivare a emissioni zero entro il 2050.

Gli investimenti necessari 

In base ai dati analizzati da Iea, i finanziamenti per l’energia a basse emissioni di carbonio – come solare, eolico o nucleare – saliranno a circa 2mila miliardi di dollari all’anno entro il 2030, con un aumento di circa il 50% rispetto a oggi. Tuttavia, secondo Iea, per raggiungere emissioni zero entro il 2050, gli investimenti annuali dovranno raggiungere almeno i 4mila miliardi entro il 2030. In caso contrario, l’analisi di Iea ha dimostrato come le attuali politiche governative non riusciranno a limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi, come stabilito dalla conferenza sul clima di Parigi, ma causeranno un aumento delle temperature globali di 2,5 gradi, scatenando quella che le Nazioni unite hanno definito una vera “catastrofe climatica”.

I governi non stanno facendo abbastanza

Il lungo report di Iea insiste su un punto: nonostante l’aumento degli investimenti, i governi mondiali non stanno facendo ancora abbastanza per salvare il mondo dagli effetti peggiori della crisi climatica ed evitare l’aumento delle temperature. Secondo l’analisi, l’uso sconsiderato dei combustibili fossili ha contribuito all’aumento dell’inflazione e dell’insicurezza alimentare nel mondo e, pertanto, non saranno nuovi progetti di combustibili fossili a risolvere la crisi energetica e i sui effetti.

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