venerdì, Giugno 9, 2023

Il design del futuro tra tecnologia e natura

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Nella parte dedicata all’intelligenza collettiva, Brendan Mcgetrick ripercorre le fasi che hanno portato alla creazione del Museo del futuro di Dubai, di cui è direttore creativo. Il museo, una struttura di forma toroidale asimmetrica che si trova nel cuore della città, ha lo scopo di accompagnare i visitatori nella scoperta del futuro. “Volevamo creare un luogo dove le persone potessero interagire con le nostre storie. Ogni pezzo del museo risponde ad alcune domande, ad esempio:Where is the love in this piece? Where is the past?’- spiega Mcgetrick -. Il nostro è stato un lavoro di intelligenza collettiva. Essendo per lo più nato dalla collaborazione di persone che non hanno esperienza nell’allestimento di mostre e musei, l’attenzione si è focalizzata soprattutto sulla scelta di materiali sostenibili e sull’esperienza emotiva delle persone“. 

Di design vegano, invece, si occupa Erez Nevi Pana. Il designer israeliano ha realizzato sculture e blocchi con il sale del Mar Morto, che in futuro potrebbero essere utilizzati per le costruzioni. Le opere sono parte della collezione Crystalline, per cui il designer ha utilizzato 5 tonnellate di sale. L’artista è anche l’ideatore dei bozzoli di seta vegana pensati come protezione per gli umani dagli effetti del cambiamento climatico. Tropical Milan è infatti il titolo di un cortometraggio che ha come protagonista il capoluogo lombardo alle prese con le conseguenze del surriscaldamento globale. “Dobbiamo imparare a collaborare con la natura, e non a sfruttarla”, avverte il designer. 

L’architetto spagnolo Alfredo Munoz, fondatore di Abibbo studio, ci porta su Marte attraverso Futuverse, una piattaforma per la realtà virtuale che permette di sperimentare in 3D la vita degli uomini sul Pianeta rosso tra 45 anni. “Abbiamo pensato a uno stabilimento permanente e autosufficiente– spiega Munoz -. Ci saranno spazi dedicati alla vegetazione che porteremo dalla terra, piccoli appartamenti e aree comuni”. 

Per capire come sarà il cibo del futuro ed evitare gli sprechi è necessario ripensare l’industria alimentare in una prospettiva sostenibile. Gaëlle Le Gélard, design manager di Elle MacArthur Foundation, è convinta che la soluzione per arrivare a un’alimentazione sostenibile sia quella di passare a un’economia circolare, a cui si potrà arrivare anche grazie a una rigenerazione del modo di produrre cibo. “A volte mi chiedono: ‘Perché dovremmo cambiare il cibo? Perché dovremmo cambiare i tortellini? Il pane è un esempio che uso sempre per spiegare come sarà il cibo del futuro – interviene Matteo Vignoli, fondatore del Future Food Institute -. Il pane è uno dei prodotti più tradizionali. Nel pane c’è l’idea di collaborazione e noi dobbiamo continuare a lavorare così per condividere il cibo nel futuro. Abbiamo bisogno di capire che il cibo sulla nostra terra appartiene a tutti. Dobbiamo aiutare gli agricoltori a eseguire una transizione verso la sostenibilità. Il ’design thinking’ è la lingua delle persone che voglio collaborare, degli artisti, ingegneri. È La lingua di chi capisce i bisogni dell’umanità. Siamo tutti designer”.

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