giovedì, Giugno 19, 2025

Videogiochi, la rock band che scrive canzoni ispirate alle loro colonne sonore

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Dal letto di una stanza di un’anonima catena di alberghi, da qualche parte nel sud degli Stati Uniti, Giannopoulos e il bassista degli Horse Jumper of Love John Margaris cercano di spiegarsi meglio durante un’intervista su Zoom. Entrambi i musicisti hanno i capelli lunghi e sorrisi sereni (Margaris sfoggia anche dei baffi notevoli). Sono entusiasti all’idea di parlare di musica per videogiochi.

Per Giannopoulos, l’amore per i videogame è iniziato quando aveva circa 8 anni con un classico: Tony Hawk’s Pro Skater. Racconta che a colpirlo no fu una delle canzoni mall punk per cui il titolo è meglio conosciuto, ma piuttosto Tnt degli AC/DC, che gli piacque al punto da spingere sua madre a portarlo a un negozio di dischi per comprare High Voltage, l’album che contiene il pezzo. “Senza High Voltage degli AC/DC non mi sarei mai avvicinato al rock ‘n’ roll“.

Per Margaris, invece, a far scoccare la scintilla sono stati Mario 64 e Mario Party 3. “Non ti rendi conto che stai ascoltando una musica quasi fusion. Ascoltare dei pezzi in loop senza annoiarsi è stata un’esperienza nuova“. Gli autori delle colonne sonore usavano una tecnologia così limitata che è pazzesco quello che sono riusciti a fare. Le parole del collega fanno venire in mente a Giannopoulos uno dei suoi meme preferiti, quello del livello subacqueo di Donkey Kong. “Un tizio assunto per scrivere la colonna sonora di un gorilla che nuota scrive per caso il miglior album ambient di tutti i tempi“, parafrasa Giannopoulos. Il discorso si sposta quindi sui vari livelli sotterranei dei videogiochi e su quanto possano essere psichedelici gli spunti musicali in questi paesaggi cangianti. “Sono enormi cambi d’atmosfera”, racconta Margaris, ricordando, intenzionalmente o meno, la cosa che riesce meglio alla sua band.

Sia Giannopoulos e Margaris sono cresciuti a Boston, e ricordano con affetto le “serate con lo schermo diviso“,  passate a giocare a giochi come Goldeneye negli scantinanti e nei salotti degli amici. Ora tutto questo rappresenta una parte importante del loro linguaggio musicale condiviso: “Non conosco molto la teoria musicale – spiega Giannopoulos –, ma conosco bene la cultura pop. Mi viene spontaneo dire: ‘John, fai una linea di basso che suoni come ‘[inserire una cosa di quando eravamo piccoli]’”. Su Instagram c’è anche un account – adorato da Giannopoulos – che pubblica canzoni tratte da “videogiochi giapponesi strani e rari degli anni Novanta, un sacco di roba acid house o musica da rave. In alcuni casi sono incredibilmente belle“, dice Giannopoulos.

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