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Anche io mi sono chiesto dove facessero la doccia i prigionieri.
La risposta a tutte queste domande è arrivata dallo spazio, dalle scenografie. È stata una cosa veramente speciale, che ci ha permesso di recitare in modo molto naturale e libero.
Una delle cose più belle di Andor e della tua interpretazione, è vedere Cassian scoprire le sue riserve nei confronti dell’Impero. Il pubblico guarda il percorso che lo porta a diventare un Ribelle. Come attore, come hai fatto a integrare questo aspetto nel personaggio?
Fondamentalmente, sappiamo quanto alla fine sarà dedicato alla causa [della Resistenza, nda]. È un aspetto che ho dovuto approfondire per interpretare questo ruolo. Quando mi è stato chiesto di fare Rogue One, era una cosa che faceva parte del mio lavoro.
Ci sono due fattori molto importanti. Uno è: Cosa significa l’oppressione? Come si rappresenta nella vita reale? Che cosa deve succedere a quest’uomo perché senta di non avere scelta? Poi, c’è la questione legata all’essere parte di questo cambiamento, e rischiare tutto ciò che si ha.
E nel finale di stagione che ne facciamo un’idea concreta.
Sì, perché per me questa prima stagione è quella in cui Cassian capisce che non si può tornare indietro. Le cose ormai stanno così. Cosa deve succedere nella tua vita per arrivare a quel punto? “Di cosa devi essere testimone per arrivarci?”: è esattamente quello che Tony e gli sceneggiatori, e poi noi, abbiamo delineato alla perfezione.
Giusto. Per esempio, devi incontrare poliziotti corrotti, essere braccato dall’Impero, imprigionato ingiustamente.
È in prigione per le ragioni sbagliate, anche se è ricercato dovunque. È lì perché voleva comprare delle cose. Era nel posto sbagliato al momento sbagliato e finisce in prigione, probabilmente per sempre. Ecco quanto poco conta la vita, quanto poco conta il [suo, nda] futuro. Ha perso tutto. E poi perde tutto di nuovo. Fa tutto quello che può nelle condizioni in cui si trova e con gli strumenti che ha a disposizione. Si è fatto una vita a Ferrix, capisci?
Si.
Poi gli viene tolto di nuovo tutto. Si rende conto che è uno schema ricorrente, che non importa dove vai, non importa dove cerchi di ricominciare, la tua vita non significa nulla. Viene completamente cancellata, senza conseguenze.