sabato, Giugno 10, 2023

Fake news, 5 consigli utili per non cadere nella trappola

Must Read

Questo articolo è stato pubblicato da questo sito

 “Anziché condividerla, dobbiamo fermarci e ricorrere alla navigazione orizzontale: cercare altre fonti, per non contribuire a nostra volta al caos informativo“, spiega Polidoro. Anche solo condividere quella notizia con l’intento di smentirla potrebbe, infatti, favorire chi l’ha creata e la vuole diffondere. “Dopo aver cercato altre fonti e verificato se solamente quella testata o quella pagina utilizza i toni clamorosi, se vogliamo avere un feedback da altre persone, anziché condividere la notizia che ci sembra falsa, bisogna condividere il problema“, continua. Per esempio, secondo Polidoro, si può scrivere su un social di aver letto una certa notizia su una pagina per avvertire o iniziare un dibattito con gli altri utenti, ma è importante non condividere né il link della pagina né quello della notizia, proprio per non contribuire alla diffusione. 

Chi cade nella trappola

Il corso di Polidoro è pensato proprio per chi non ha la possibilità di potersi confrontare con altri utenti: spesso di tratta di persone adulte di mezza età, che nella maggior parte dei casi non hanno – o non sanno di avere – gli strumenti per verificare le notizie: “Coloro che sono più soggetti a lasciarsi incantare dalle fake news sono gli adulti di mezza età, che non sono nativi digitali. I ragazzi, invece, riconoscono più facilmente quando una notizia è attendibile o no, proprio grazie al modo trasversale che hanno di ‘vivere’ la rete. Il loro punto di vista è diverso. Gli adulti spesso aprono una pagina e cercano di capire da soli se quello che stanno leggendo è vero o no. Dovrebbero invece ricorrere a una navigazione più orizzontale, andare alle fonti”.

Perché crediamo alle fake news 

Non è solo una questione anagrafica, le fake news vengono confezionate con lo scopo di coinvolgere gli utenti facendo leva sulle loro emozioni e i sentimenti: “Non c’è un argomento che attira più di un altro, noi diamo ascolto a tutto quello che accende le nostre emozioni, a ciò che ci fa arrabbiare, indignare – continua Polidoro -. Chi crea le fake news lo sa, infatti usa espressioni mirate come ‘È assurdo!’, ‘È incredibile!’, ‘Nessuno nel parla!’ e molti punti esclamativi. L’uso di queste parole forti è tipico anche di alcuni giornali che usano titoli sensazionalistici per attirare i lettori. Accade la stessa cosa per le fake news, lo abbiamo visto per il coronavirus, i vaccini, la guerra, soprattutto nei mesi più caldi, quando si diffondevano contenuti ideologici da una parte e dall’altra”. 

- Advertisement -spot_img
- Advertisement -spot_img
Latest News

Crispr, negli Stati Uniti arriva la prima insalata modificata con editing genomico

A maggio la startup Pairwise, che si occupa di editing genomico e ha sede in North Carolina, ha presentato...
- Advertisement -spot_img

More Articles Like This

- Advertisement -spot_img