Questo articolo è stato pubblicato da questo sito
Vi immaginate Xi Jinping intonare “o sole mio”? No, vero? Ebbene, un suo predecessore lo ha fatto. E addirittura al fianco di Luciano Pavarotti. Quel predecessore è Jiang Zemin, segretario generale del Partito comunista cinese tra il 1989 e il 2002 e presidente della Repubblica popolare tra il 1993 e il 2003. Jiang Zemin è morto mercoledì 30 novembre a Shanghai per insufficienza multipla degli organi. Era da tempo malato di leucemia. Una morte che arriva nel momento più delicato della storia recente della Cina e del Partito comunista, impegnato a far fronte alle proteste esplose nei giorni scorsi contro le restrizioni anti Covid-19 ma anche con rivendicazioni più ampie. Tanto che ora ci si interroga quali conseguenze possa causare la sua scomparsa, memori che nel 1989 un’altra morte, quella dell’ex leader riformista Hu Yaobang, allargò le proteste di massa che sfociarono nel massacro di piazza Tiananmen.
Ma torniamo a Jiang e a Pavarotti. Il curioso duetto andò in scena nel luglio del 2001, quando Jiang era ancora presidente. Il tenore italiano si era appena esibito nella Città Proibita di Pechino con i colleghi José Carreras e Placido Domingo nell’ambito di un concerto per la candidatura della città ai Giochi Olimpici del 2008. Si tratta di uno dei tanti episodi “mondani” che hanno visto come protagonista Jiang, da molti ritenuto un “leader per caso”, ma che si mostrò molto accessibile al mondo esterno. Quantomeno molto più accessibile dei suoi eredi. Nel 1997, durante un viaggio negli Stati Uniti, si dilungò sulla sua passione per i film hollywoodiani. Soprattutto i musical. Così come il gradimento per i libri di Mark Twain. L’anno dopo concesse una conferenza stampa in mondovisione al fianco di Bill Clinton, durante la sua visita a Pechino. “Ritengo che, a prescindere dalla professione, se si può godere della lettura di un po’ di letteratura, di un po’ di musica, ciò può essere di grande aiuto per una crescita sana della persona”, disse Jiang in un’intervista faccia a faccia con la Cnn. Nel 2000 rispose addirittura alle domande di Mike Wallace in una storica puntata di 60 Minutes.