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Curiosamente, la nutrita lista di sequenze che immortalano gli scontri tra buoni e cattivi contemplano anche le ingegnose iniziative di Trudy, la ragazzina prediletta da Santa. Quest’ultima è la versione al femminile di Macaulay Culkin in Mamma ho perso l’aereo, solo più sadica e truce: sono le sue trappole a condurre le vittime alle morti più dolorose, impressionanti e gore. Sempre lei è la responsabile delle scene più sdolcinate da vero film dei buoni sentimenti natalizio, in virtù della sua relazione affettuosissima con Babbo Natale. In questo senso Violent Night è un incrocio tra Die Hard e Il piccolo Lord, un mix inedito che non esitiamo e definire esplosivo e che funziona grazie alla delicatezza con cui Wirkola è riuscito a rappresentare il rapporto tra Santa e Trudy: “È una delle mie parti preferite del film” ci ha rivelato Harbour: “So che è intrinsecamente divertente vedere Babbo Natale che picchia la gente o che viene picchiato. Ma quello che mi premeva era che la gente, guardando il film, si interessasse davvero e amasse realmente questa relazione e uscisse dal cinema provando quello spirito natalizio alla Miracolo nella 34esima strada a cui aspiravamo”.
E ha continuato: “Abbiamo lavorato molto duramente per sviluppare quel rapporto. Inoltre volevo che si vedesse che non è solo lui a proteggere lei, è anche viceversa. Volevo che anche lei lo proteggesse e lo incoraggiasse a essere il guerriero spietato che si vergogna di essere stato. Volevo che si salvassero a vicenda perché anche Babbo Natale può aver bisogno di questo.” L’impronta grottesca di Violent Night e l’ostentazione dei buoni sentimenti, della purezza di cuore e dell’innocenza che scaturiscono, letteralmente, dalla pratica della violenza più scatenata è quello che rende l’ultimo film di Wirkola così speciale e intrigante. Se ogni anno vi trasformate nel Grinch a ridosso del Natale e inveite sistematicamente contro i film natalizi che vi costringono a vedere in famiglia, Una notte violenta e silenziosa potrebbe essere la soluzione che mette d’accordo tutti, restituendo “l’ho ho ho” anche al più sfegatato detrattore delle festività.