giovedì, Giugno 8, 2023

Wired Trends, le tendenze del futuro della sostenibilità

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Ruggieri individua anche una definizione di prosumer di energia: “Oggi abbiamo la consapevolezza che ciascuno di noi può essere protagonista come produttore di elettricità da fonti rinnovabili. Il prosumer è quindi un consumatore che diventa anche produttore. In Europa si stima che entro il 2050 si arriverà a produrre metà del nostro fabbisogno energetico attraverso piccoli progetti come o progetti collettivi”, conclude.

Finanza sostenibile

Se partiamo dalle dichiarazioni di Elon Musk, che sostiene che i criteri Esg sono il diavolo – interviene Claudia Segre, fondatrice e presidente di Global Thinking Foundation -, si può capire quanto il dibattito sia ampio e coinvolga soprattutto una consapevolezza comune e condivisa delle aziende e degli stati che non si può prescindere da questo impegno. Evitando il green washing e avendo un impianto di regolamentazione molto importante che si è sviluppato negli anni, a questo punto è arrivato il momento dell’azione, che parte da una finanza sostenibile, che finanzierà l’agenda 2030 e le azioni che all’interno delle aziende devono essere fatte per cambiare i modelli organizzativi e soprattutto, dopo i due anni di Covid, cercare di riportare a sé quella responsabilità individuale e sociale dei lavoratori e delle lavoratrici, che si trovano in un mondo così complesso così cambiato dove la sostenibilità non per tutti è qualcosa di chiaro”. 

La finanza sostenibile fino a 10 anni era appannaggio di pochi investitori– racconta Alfonso Del Giudice, ordinario di Finanza aziendale della Cattolica di Milano -. L’ultimo report disponibile dice che gli investimenti etichettati come sustainable ammontano a 35 miliardi di dollari. La regolamentazione è l’unica leva che può separare ciò che è veramente generatore di un impatto e cosa è lo sfruttamento di una tendenza del momento. Dobbiamo metterci in testa che questo modo di fare finanza è strutturale. Nella teoria economica e finanziaria, si è visto le imprese che performano meglio sono quelle più sostenibili, non solo relativamente all’ambientalmente ma anche nel modo di trattare gli stakeholder del processo profduttivo, come i dipendenti e i clienti“.

L’inquinamento digitale

Di cosa si parla quando parliamo di digital pollution? Cosa significa seguire una dieta elettronica? A Wired Trends 2023 il giornalista, documentarista e autore francese Guillaume Pitron, autore del libro Inferno digitale, ha parlato l’impronta ecologica della tecnologia: “Voglio richiamare l’attenzione sul fatto che le tecnologie digitali possono rappresentare una soluzione alla crisi climatica: le possiamo impiegare nella lotta alla crisi climatica, grazie alla tecnologia digitale possiamo prevedere quali saranno gli effetti del cambiamento climatico alla fine del secolo. Per queste azioni sono uno strumento molto utile per questo. E poi, se io non avessi avuto a disposizione la tecnologia digitale avrei preso l’aereo per venire lì e l’impatto ambientale sarebbe stato molto più alto – interviene Pitron -. Dall’altra parte, le tecnologie digitali non sono virtuali. La virtualità è un’illusione. I nostri smartphone e tablet sono composti da metalli e minerali che hanno viaggiato per anni nelle miniere in Cina e negli altri paesi dove sono stati estratti. La tecnologia di Internet comprende anche i data center, una rete di cavi e altre tecnologie speciali. Quindi si tratta di infrastrutture complesse che si trovano in tutto il mondo, il che significa materialità, consumo di energia ed emissioni di CO2. Le tecnologie digitali sono responsabili oggi del 4% delle emissioni, più degli aerei. Ci stiamo muovendo sempre più verso una maggiore inquinamento dovuto alla tecnologie digitali e se non interveniamo adesso la situazione potrebbe diventare incontrollabile nei prossimi 10/20 anni“. Inoltre, Pitron pone l’attenzione su un paradosso che riguarda le nuove generazioni, le quali da una parte si ritrovano a manifestare di venerdì per la crisi climatica, ma dall’altra, i giovani tra i 18 e i 25 anni hanno già cambiato nella loro vita in media 5 smartphone. 

Il ruolo dei ghiacciai

Combattere la crisi climatica attraverso lo studio e la protezione dei ghiacciai è possibile. A Wired Trends 2023 ne hanno parlato Elena Joli, docente di fisica, science editor e autrice di Antartide. Come cambia il clima, e Pietro Cimenti, cofondatore di Glac-Up. “Ho scritto questo libro perché volevo raccontare una storia di scienza e di comunicazione delle scienze polari e del cambiamento climatico, insieme a un’esperienza umana”, racconta Joli, che ha partecipato insieme ad altre 76 donne con una formazione scientifica a una missione australiana di due mesi nelle basi scientifiche americana e inglese in Antartide. ”Abbiamo toccato con mano in cosa consistono le ricerche polari in termini di emergenza climatica, vivendo a stretto contatto con i ricercatori, e dall’altro lato ci siamo rese conto che c’è bisogno di una leadership femminile per avere una voce corale sui temi del cambiamento climatico – continua -. L’Antartide è uno dei due poli della Terra,  che può essere considerata una macchina termica: le due sorgenti fredde sono ai poli mentre la sorgente di calore è all’Equatore. Tutto ciò che accade nelle differenze di temperatura tra i poli e l’Equatore è responsabile poi della circolazione atmosferica e di quella oceanica, e quindi anche dei fenomeni climatici che noi sperimentiamo. In questo senso l’Antartide è un indicatore ecologico”, conclude Joli.

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