giovedì, Giugno 8, 2023

Fortnite, la causa contro

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Dopo essere stato chiuso per sempre in Cina, Fortnite è di nuovo nei guai, questa volta con l’accusa di essere stato creato deliberatamente con l’intenzione di creare dipendenza. La Corte suprema del Canada ha infatti autorizzato una causa contro lo sviluppatore del popolare videogioco, Epic Games, presentata da alcuni residenti del Quebec, i quali sostengono che il gioco starebbe danneggiando la salute dei propri figli.

Chi è cresciuto tra gli anni Ottanta e i Novanta conosce bene la naturale avversione di quasi tutti i genitori verso i videogiochi. A parte mettere sotto chiave le console e vietare così di usare le varie piattaforme, difficilmente le azioni di contrasto sfociavano in procedimenti legali contro le stesse aziende. Ma nel 2022, a circa 60 anni dall’uscita di Spacewar, il primo videogioco commerciale, alcuni genitori hanno deciso di superarsi e portare alla sbarra il colosso statunitense Epic Games.

Il ricorso

La causa è stata presentata lo scorso luglio in Quebec da tre persone, secondo cui i propri figli sarebbero diventati gravemente dipendenti da Fortnite, tanto da smettere di mangiare, dormire e fare la doccia, si legge su Bbc News. Comportamenti che l’accusa imputa direttamente all’uso del videogioco e anche a una possibile premeditazione da parte di Epic Games.

La corte ha rifiutato l’ipotesi secondo cui Epic avrebbe “deliberatamente creato un gioco per causare dipendenza” negli utenti, ma allo stesso tempo, secondo quanto si legge su Global News, il giudice Sylvain Lussier ha specificato come “ciò non escluda la possibilità che il gioco crei effettivamente dipendenza e che sviluppatore e distributore ne siano sempre stati consapevoli”.

Per questo la corte ha stabilito come la causa rappresenti “una seria questione da discutere, supportata da accuse sufficienti e specifiche sull’esistenza di rischi o addirittura pericoli, derivanti dall’uso di Fortnite”. Gli avvocati dell’accusa hanno addirittura paragonato Epic Games ai distributori di tabacco e sigarette, sostenendo come le responsabilità legali siano “fondamentalmente le stesse”.

In un’intervista alla Bbc, i portavoce di Epic hanno negato la validità della causa, sostenendo come i genitori possano avere il completo controllo sia del tempo di gioco dei propri figli, sia delle loro attività online nello store del videogioco. I minori non possono effettuare acquisti senza l’autorizzazione di un maggiorenne, che può inoltre impostare meccanismi di parental control sulle console, per evitare l’uso prolungato dei giochi.

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