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Modulare l’entità delle multe in base al reddito del soggetto sanzionato. È questa l’idea prospettata dal viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti (Mit) Galeazzo Bignami a margine della presentazione del rapporto Dekra sulla sicurezza stradale e rilanciata con un post sulla propria pagina Facebook.
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“Nell’ambito della revisione del codice della strada che il ministro Salvini [Matteo, alle infrastrutture e trasporti, ndr] ha annunciato – ha affermato Bignami – svolgeremo un approfondimento specifico anche sulla possibilità di realizzare una proporzionalità tra il reddito e le sanzioni. Se la sanzione ha evidentemente una natura anche afflittiva, una persona che ha un reddito più elevato può evidentemente essere afflitta dal punto di vista del contrasto ai fenomeni che riguardano la sicurezza stradale con una sanzione più elevata”.
All’estero
La soluzione ipotizzata dal viceministro, che sarà valutata nella discussione sul Codice della strada che il ministro Salvini intende convocare già a metà dicembre, sarebbe una novità assoluta per l’Italia, pur essendo stata adottata in periodi differenti in altri paesi europei. È il caso della Finlandia, che già dal 1921 commisura le multe in maniera proporzionata al reddito dei soggetti a cui sono comminate.
Non solo, però. Anche la Gran Bretagna dal 2017 ha adottato nuove misure per spingere i cittadini a rispettare i limiti di velocità, legando l’importo della sanzione al reddito settimanale del sanzionato, prevedendo fasce che vanno dal 25% al 175% in base a tabelle prestabilite che misurano la gravità della contravvenzione.
La proposta del viceministro Bignami andrebbe di fatto a mutuare dal calcolo delle principali imposte previste in Italia lo strumento della progressività anche per le sanzioni amministrative pecuniarie. Non c’è dubbio che una multa da 100 euro affligga un cittadino che guadagna mille euro al mese più di quanto non faccia con uno che ne guadagna diecimila.
Le altre proposte
L’aggiornamento del codice della strada, “che – ha affermato Salvini – è vecchio di trent’anni”, non si limiterà però solo al capitolo multe. “Va aggiornato – ha spiegato infatti il ministro – alla nuova mobilità, alle nuove tecnologie, all’abuso del telefonino che distrae ed è un enorme problema, alla necessità di identificare anche i monopattini elettrici perché è vero che sono ci i problemi alla guida delle quattro ruote, però ci sono alcuni contesti di estrema pericolosità sia per chi guida, sia per chi cammina“.
Il titolare del dicastero del Mit ha annunciato infine misure rigidissime contro chi si mette alla guida ubriaco o sotto l’effetto di stupefacenti, che rischierà di vedersi ritirare la patente a vita. Per evitarlo, i cittadini potranno “farsi l’autotest prima di mettersi alla guida per fermarsi fino a che si è in tempo” con un “etilometro monouso obbligatorio a bordo”, definito dal ministro “un provvedimento utile”.