sabato, Giugno 10, 2023

Bioplastica, la startup che vuole trasformarla

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Se vi siete curiosi di capire quale sarà il futuro della produzione industriale, non dovete fare altro che visitare il quarto piano di un edificio in mattoni nel quartiere londinese di Camden. Lì, in un laboratorio di livello di biosicurezza 2 (che corrisponde a “moderato rischio individuale e basso rischio collettivo”), chimici e biologi con occhiali protettivi e camici bianchi sono impegnati ad azionare macchinari ingombranti e ad analizzare il contenuto di reattori e vasche piene di una densa sostanza gialla. Al di là delle spesse pareti di vetro del laboratorio, alcuni dipendenti che indossano felpe col cappuccio e mangiano cibo d’asporto giapponese confermano che ci troviamo nel quartier generale di una startup biotech londinese. Il suo nome è FabricNano.

Nata nel 2018 grazie alla Entrepreneur First, azienda internazionale che supporta e investe in individui e aziende nel settore della tecnologia, FabricNano si è posta l’obiettivo di cambiare la produzione di materiali derivati dal petrolio – prima fra tutti, la plastica – sfruttando componenti biologici. In altre parole, se FabricNano avrà successo, le aziende produttrici di plastica abbandoneranno il petrolio e utilizzeranno al suo posto le proteine.

Le grandi aziende chimiche, alcune delle quali sono nostre clienti, vogliono produrre plastiche a base biologica agli stessi costi di quelle realizzate dal petrolio, come la plastica pet – spiega Grant Aarons, cofondatore e amministratore delegato dell’azienda –. Se si utilizza una plastica a base biologica, questa è ovviamente più biodegradabile“.

Il processo per creare prodotti e materiali sfruttando gli enzimi (proteine in grado di accelerare le reazioni chimiche) è ben noto: lo sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio onnipresente negli alimenti si ottiene mescolando l’amido di mais con un trio di proteine. “Sembra una catena di montaggio: si prende una sostanza chimica, la materia prima. La si inserisce nell’enzima, la si passa al successivo e si realizza il prodotto finale – racconta Eliza Eddison, vice presidente per le operazioni di FabricNano –. Non può fare a meno di pensare alla catena di montaggio di Henry Ford“.

Quando si tratta di produrre materiali sofisticati come la plastica, la bioproduzione non è ancora all’altezza. La maggior parte delle proteine utilizzate per innescare queste reazioni viene distrutta o degradata durante il processo, rendendolo troppo costoso la produzione su larga scala. È cercando di risolvere questo problema che FabricNano spera di far decollare il settore e renderlo competitivo. Il segreto, dice Aarons, è trovare il giusto tipo di supporto a cui legare le proteine: “Mettendole fisicamente su una superficie, cambiamo la geometria della proteina – spiega –, e una volta modificata non funziona più“.

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