giovedì, Giugno 8, 2023

1899, cosa ci dice la cancellazione della serie sul futuro di Netflix

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All’inizio di questa settimana, Baran bo Odar e Jantje Friese, i creatori della serie cult di Netflix Dark, hanno diffuso su Instagram una triste notizia: la loro nuova serie, 1899, non sarebbe stata rinnovata per una seconda stagione, nonostante avesse debuttato solamente alla fine del 2022 ottenendo recensioni positive e un posto nella top 10 dei contenuti più visti sulla piattaforma. “Ci sarebbe piaciuto concludere questo incredibile viaggio con una seconda e terza stagione come abbiamo fatto con Dark – hanno scritto i due, che sono una coppia nella vita privata –, ma a volte le cose non vanno come avevi pianificato“.

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I piani sono una cosa strana nel settore dello streaming. Serie tv inizialmente sconosciute come Squid Game hanno la possibilità di trovare un loro pubblico, diventare dei giganti culturali e quindi assicurarsi stagioni aggiuntive. In altri casi, come Warrior Nun, i fan non sono abbastanza accaniti da far sì che la produzione prosegua. Man mano che il panorama dello streaming si espande, le possibilità di sopravvivenza di qualsiasi serie iniziano a ricordare il gioco crudele al centro di Squid Game.  

Netflix è stata al centro di molti cambiamenti negli ultimi mesi: dalla perdita di abbonati ai nuovi piani di abbonamento con l’introduzione della pubblicità. C’è chi ha ipotizzato che la fine di 1899 sia dovuta al fatto che il suo “tasso di completamento”, ovvero la percentuale di spettatori che completano la visione di una serie, fosse inferiore al 50 per cento. Altri hanno sottolineato i costi di produzione. Altri ancora hanno suggerito che la serie si è semplicemente persa nella confusione.

Il fatto è che, come ha detto  una volta il co-amministratore delegato di Netflix Ted Sarandos, “si tratta di un 70 per cento di istinto e di un 30 per cento di dati“: in altre parole, non esiste un unico parametro che determini le decisioni della piattaforma. Netflix deve concentrarsi più che mai sui profitti, e le serie costose che non si trasformano in grandi successi rappresentano un rischio. Dare il benservito a un contenuto prima che questo possa trovare un seguito sembra tuttavia una strategia poco lungimirante. In un momento in cui il gigante dello streaming ha bisogno di tenersi stretti gli abbonati, gli esperti sostengono che creare un cimitero di serie dimenticate e incompiute non è certo il modo migliore per ingraziarsi una fanbase fedele.

A essere onesti, però, questa spiegazione non è del tutto veritiera. Le serie vengono cancellate in continuazione e gli appassionati, soprattutto quelli di generi più di nicchia, si approcciano a una nuova produzione con la consapevolezza che c’è la possibilità che non arrivi mai alla conclusione sperata dai suoi creatori, e che possa essere lasciata a metà. A volte, le serie che vengono interrotte prima della fine – Firefly, The OA – assurgono al rango di cult proprio grazie alla loro cancellazione.

Succederà lo stesso anche con 1899 o Warrior Nun? È possibile. Ma forse non è questo il punto. Una volta Netflix era il luogo in cui le serie più strane e oscure avevano lo spazio e il tempo per prosperare. Ma la cancellazione di 1899 dimostra che l’azienda, come tutte le piattaforme di streaming, ora si trova nella posizione di dover operare come le reti televisive che l’hanno preceduta. Quando negli Stati Uniti si è imposta la televisione via cavo, e in particolare i programmi originali, i grandi network si sono improvvisamente ritrovati un pubblico molto meno vincolato a loro. Oggi lo streaming è arrivato allo stesso punto di svolta. La buona notizia è che servizi come Netflix stanno creando una serie di gemme nascoste che il pubblico potrebbe scoprire in un secondo momento; la cattiva è che non è detto che le piattaforme vogliano portar avanti queste serie.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired US.

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