venerdì, Marzo 29, 2024

Ecco a voi i Chippendales racconta una storia originale in un modo ormai fin troppo usuale

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Se pensate che una serie dedicata agli spogliarellisti possa essere solo superficiale o volgare, Ecco a voi i Chippendales è qui per farvi ricredere. La miniserie prodotta da Hulu e che debutta l’11 gennaio su Disney+ racconta esattamente come è stato creato il gruppo di male stripper più famoso degli Stati Uniti, come sono diventati un impero dell’intrattenimento multimilionario ma – soprattutto – come tutto è crollato sotto il peso di pessime scelte di business e qualche piano criminale andato rovinosamente. Storia di successo all’American dream, ambientazione nostalgica anni Ottanta, uomini muscolosi quasi sempre nudi e un sottotesto true crime morboso e irresistibile: questi otto episodi hanno tutti gli ingredienti giusti per diventare un guilty pleasure perfetto. Ma, forse, sulla carta fin troppo perfetto.

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Tutto parte dalla vicenda reale di Somen Banerjee, interpretato da Kumail Nanjiani (Silicon Valley, The Big Sick, Eternals), che sembra nato per reggere questa parte con spirito brillante e tantissime ombre di ambiguità. Banerjee, immigrato dall’India agli Stati Uniti, dopo una lunga gavetta fatta di un umile lavoro a una pompa di benzina e una dieta fatta di sandwich scaduti, ha risparmiato abbastanza soldi per realizzare il sogno di una vita: cambia il proprio nome in Steve e apre un raffinato locale per giocare a backgammon, ispirandosi al suo idolo Hugh Hefner. Dopo svariati fallimenti, l’incontro col truffaldino promoter Paul Snider (Dan Stevens) e con la modella di Playboy Dorothy Stratten (Nicola Peltz Beckham) – coppia che finirà ben presto tragicamente – gli farà trovare l’idea giusta: inaugurare il primo locale di striptease rivolto a un pubblico femminile. Arruolati dei baldi giovani e soprattutto il coreografo Nick De Noia (Murray Bartlett), Steve mette a punto uno spettacolo che diventa ben presto un’inarrestabile macchina da soldi.

L’insicurezza di Banerjee, il suo strenuo senso di rivalsa, il suo razzismo interiorizzato e l’avventatezza di alcune decisioni personali e finanziarie lo porteranno però presto a ribaltare la situazione: da miniera d’oro i Chippendales si trasformano in una trappola criminale, dato che il suo fondatore si spinge a limiti estremi pur di salvaguardare non solo la sua impresa, ma soprattutto il suo raggiunto status di uomo vincente e realizzato, nonostante i dubbi della sua famiglia. In questo senso Ecco a voi i Chippendales è la storia di un abisso psicologico come ne abbiamo visti tanti: l’eroe tragico che viene dal nulla conquista i suoi sogni solo per tramutarsi poco dopo in tutto ciò contro il quale ha lottato tutta la vita, rovinandosi con le proprie mani. C’è da dire che anche lo stile con cui la miniserie è narrata, compresi i tagli temporali e le storie marginali, non fanno onore all’originalità della vicenda, che si aggiunge alle tante storie vere che l’universo seriale ci ha presentato negli ultimi anni (il creatore, Robert Siegel, è lo stesso di Pam & Tommy, anche se qui manca la follia che era propria dell’altra miniserie). Non aiuta nemmeno una certa linearità forzata, che spinge l’aspetto più macabro e criminale solo nella seconda parte.

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