mercoledì, Marzo 22, 2023

Britishvolt, ascesa e caduta della speranza inglese per la mobilità elettrica

Must Read

Questo articolo è stato pubblicato da questo sito

Il 17 gennaio al personale è stato comunicato che l’azienda sarebbe stata messa in amministrazione controllata. Il team di Britishvolt che si occupa di pubbliche relazioni ha risposto ai giornalisti con un’email sbrigativa in cui venivano presentati gli amministratori, ammettendo di non sapere quale sarebbe stato il futuro delle loro carriere. L’ufficio stampa di Britishvolt non esiste più e non è stato possibile contattare l’azienda per un commento.

Non è chiaro cosa succederà alla società e ai suoi beni. Dan Hurd, socio di Ey-Parthenon, la società incaricata di supervisionare l’insolvenza e l’amministrazione dell’azienda, ha indicato in un comunicato come priorità la protezione degli interessi dei creditori dell’azienda, il vaglio delle opzioni per la vendita dell’azienda e dei suoi beni e il sostegno ai dipendenti. Il Dipartimento britannico per le imprese, l’energia e la strategia industriale, che un anno fa aveva sostenuto Britishvolt con grande entusiasmo, ha rifiutato di fornire una dichiarazione attribuibile a una fonte specifica.

Bailey afferma che l’amministrazione controllata è per certi versi il peggior esito possibile, poiché EY-Parthenon sarà legalmente obbligata a vendere l’azienda per recuperare quanto più denaro possibile per i creditori.

Il crollo di Britishvolt rappresenta un duro colpo per l’ambizione del Regno Unito di diventare un leader globale nel settore dei veicoli elettrici, un obiettivo di per sé già complicato.

Anche nel caso in cui Britishvolt avesse avuto successo, il Regno Unito avrebbe comunque rappresentato solo lo 0,6 per cento della capacità mondiale di produzione di batterie agli ioni di litio entro il 2031, secondo i dati di Benchmark Mineral Intelligence, una società di ricerca e reporting sui prezzi. “Con la scomparsa di Britishvolt, la percentuale scende allo 0,2 per cento“, spiega Simon Moores, amministratore delegato della società. 

In tutta Europa, i vari governi hanno in programma di finanziare la costruzione di 35 gigafactory entro il 2035. Nel nostro paese, Italtvolt, fondata dall’ex cofondatore di Britishvolt Carlstrom, sta progettando una gigafactory in Piemonte, la cui costruzione dovrebbe iniziare quest’anno.

Dall’esterno, intanto, secondo Moores la vicenda di Britishvolt rappresenta un duro “colpo alle speranze del Regno Unito di diventare nel futuro prossimo una potenza nel settore dei veicoli elettrici“.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired UK.

- Advertisement -spot_img
- Advertisement -spot_img
Latest News

Ramadan: come funziona e perché l'inizio è stato posticipato di un giorno

È una delle più antiche tradizioni legate alla cultura e alla religione islamica: il Ramadan, nome che indica il...
- Advertisement -spot_img

More Articles Like This

- Advertisement -spot_img