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Vi è già capitato di imbattervi su TikTok nei video contrassegnati dall’hashtag #mascaratrend? “Il mio mascara è molto bello, solo che a volte sparisce e non capisco se l’ho perso e non lo ritroverò più” oppure: “Amo il mio mascara, penso che sia il migliore che si possa trovare, non voglio perderlo” sono alcune delle caption dei video in questione. Al momento hanno raggiunto 52,5 milioni di visualizzazioni i contenuti relativi a questo trend, che all’apparenza sembra essere legato al mondo del make-up. A un occhio più attento, però, non sfuggirà che i riferimenti al mascara – e alla sua bacchetta – sono un linguaggio in codice utilizzato per alludere a tutt’altro.
A cosa si riferisce il mascara trend
Si tratta di nuovo espediente con cui gli utenti di TikTok cercano di eludere la censura della piattaforma per parlare di argomenti relativi alla sessualità senza essere bannati. Il mascara a cui si riferiscono nei video in questione, infatti, è una metafora che viene utilizzata per parlare del proprio partner o delle proprie relazioni. In altri casi, in cui si fa un più esplicito riferimento alla bacchetta del mascara, gli utenti usano questo la parola per riferirsi al pene del proprio partner. La parola in codice per vagina, invece, è lip gloss.
Algospeak e altri linguaggi in codice
Il mascara trend non è l’unico caso in cui gli utenti dei social network si sono ingegnati per sfuggire al ban: ricordiamo, per esempio, che la TikToker inglese del Berkshire Kayla Williams, per paura che la piattaforma le rimuovesse i contenuti, usava l’eufemismo unalive (non vivo) per parlare di morte o di suicidio. Il principio è lo stesso dell’algospeak: il termine indica la pratica con cui alcune lettere delle parole che si riferiscono alla violenza, alla morte, alla malattia e alla sfera della sessualità vengono sostituite con numeri o altri simboli, affinché non vengano rilevate dall’algoritmo dei social network, che potrebbe procedere con la rimozione dei contenuti. In alcuni casi le parole in questione vengono rimpiazzate da altre che hanno un suono molto simile. Nello scorso aprile, il Washington Post aveva dedicato un post sul suo account Instagram in cui mostrava il corrispettivo del termine “pandemic”, ovvero “panini”, oppure “le dollar bean” al posto di “lesbian”.