Questo articolo è stato pubblicato da questo sito
Il nuovo rapporto, che prende in esame gli incidenti dell’ultimo trimestre del 2022, conclude che l’attività legata alle interruzioni di internet è stata di fatto inferiore rispetto ai trimestri precedenti dello scorso anno. Tuttavia, il rapporto elenca arresti e disagi intenzionali in Bangladesh, Cuba, Iran, Kenya, Pakistan, Sudan e Ucraina, oltre che negli Stati Uniti, dove la contea di Moore, in North Carolina, è stata oggetto di ripetuti blackout causati da atti criminali che hanno portato a interruzioni nell’erogazione di energia elettrica.
A Cuba, i blocchi attuati dal governo a diversi servizi nel tentativo di contenere le proteste iniziate alla fine di settembre sono culminati nella chiusura di internet avvenuta il primo ottobre. Le rivolte erano cominciate in risposta a un uragano che aveva causato interruzioni di corrente nell’isola e alla risposta abbozzata delle autorità. Il rapporto evidenzia anche un danneggiamento accidentale dei cavi nelle isole Shetland del Regno Unito avvenuto a ottobre e guasti registrati in Australia, ad Haiti e nel Kirghizistan. “L’aspetto interessante dei blackout è che di solito i governi non chiudono l’elettricità, l’acqua o il gas. Prendono di mira internet perché considerano l’interruzione del flusso di informazioni un fattore vitale – spiega John Graham-Cumming, direttore tecnico di Cloudflare –. Per molti di noi internet è un servizio essenziale di cui non possiamo fare a meno, quindi non poterne usufruire ha davvero un impatto, anche economico“.
Graham-Cumming e Belson sottolineano anche che sempre più spesso i governi si affidano al coprifuoco digitale e a blocchi intermittenti e ripetuti, una tendenza che sembra destinata a continuare. In alcuni paesi è addirittura diventato comune imporre il blackout della connettività per alcune ore al giorno durante gli esami universitari, presumibilmente per ridurre la possibilità che gli studenti copino. In posti come l’Ucraina, dove le interruzioni di internet sono causate dai continui attacchi alle infrastrutture critiche, le gravi conseguenze di questo fenomeno rappresentano un esempio particolarmente preoccupante di questa nuova normalità digitale.