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Tra i produttori del settore non è certo un segreto che tatuaggi e smartwatch non vadano propriamente d’accordo tra loro. Eppure un’ampia fetta di pubblico continua ad ignorare questa grande verità, finendo con il riempire i social media di lamentele sul malfunzionamento dei dispositivi smart. Nel caso dell’Apple Watch, per esempio, i tatuaggi possono interferire con il rilevamento del polso, rendendogli così più difficile riconoscere se un utente lo sta effettivamente indossando o meno.
Il funzionamento della maggior parte dei dispositivi indossabili da polso si basa su sensori fotopletismografici (PPG), che funzionano illuminando la pelle e determinando vari dati biometrici in base alla quantità di luce riflessa. Un modo senza dubbio poco invasivo per tenere traccia delle metriche della salute degli utenti, ma spesso impreciso. Se per un momento ripensate alle lezioni di scienza della vostra prof delle medie, vi sarà facile ricordare che i colori chiari riflettono più luce, mentre i colori scuri la assorbono. Ed ecco a voi spiegato il motivo per cui i sensori dell’Apple Watch si confondono quando sono indossati da persone con una tonalità di pelle molto scura o con il braccio ricoperto da tatuaggi. Come fare allora per riuscire ad indossare uno smartwatch anche se avete i polsi tatuati?
Usare il trucco degli adesivi epossidici
Direttamente da Reddit, ecco uno dei trucchi più utilizzati per far funzionare gli smartwatch anche con i tatuaggi: gli adesivi epossidici trasparenti rotondi che si usano per i tappi di bottiglia. Incredibilmente economici, si incollano agli array di sensori con estrema facilità, risolvendo buona parte dei problemi con il rilevamento del polso. Data la loro composizione, infatti, questi sticker incrementano la possibilità che la luce si rifletta sul sensore. Ma se i tatuaggi riducono notevolmente la quantità di pelle “lavorabile”, è chiaro che il risultato non sia dei migliori.
Proprio per questo, anche chi ha provato gli adesivi epossidici riferisce di non aver sempre ottenuto il successo sperato con il monitoraggio della frequenza cardiaca e/o dell’attività fisica. Sembrerebbe che questo possa dipendere dal modello di smartwatch: i Samsung Galaxy Watch 4 e 5, ad esempio, mostrano qualche problema di funzionamento con gli adesivi. In fondo, non c’è una spiegazione unica perché questi riescano a schermare i tatuaggi per dar funzionare gli smartwatch. È abbastanza evidente, quindi, che non vi resta altro che provare se questo trucco può andare bene con il vostro wearable. Se così non dovesse essere, vi suggeriamo di passare alla soluzione successiva.
Utilizzare una fascia cardio toracica
Se proprio non riuscite ad utilizzare lo smartwatch perchè avete troppo inchiostro nel derma, ma avete comunque bisogno di monitorare la frequenza cardiaca, la fascia cardio toracica può rivelarsi un’alternativa utile. A differenza di altri dispositivi indossabili, infatti, questa non utilizza sensori ottici, ma si avvale dell’elettrocardiografia. Vale a dire che è dotata di elettrodi in grado di leggere l’attività del cuore, se posizionati correttamente. Questo la rende (oltre che immune ai tatuaggi) più precisa rispetto a smartwatch e fitness tracker, perché l’elettrocardiografia misura di fatto il battito cardiaco effettivo, mentre i sensori PPG misurano il polso come proxy per il battito cardiaco.
Provare con gli smart ring
Quando avete scelto di tatuarvi le braccia, avete lasciato le dita libere? Bene, allora gli smart ring possono fare al caso vostro. Degni sostituti degli smartwatch, utilizzano i sensori PPG per carpire dati dalla pelle della parte inferiore del dito su cui li infilate – una posizione ottimale per il monitoraggio della frequenza cardiaca, perché povera di dati da filtrare e di melanina che confonde i sensori -. Tra tutti i dispositivi indossabili di questo tipo, l’Oura Ring è senza dubbio il più conosciuto ed apprezzato.