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Per la gestione di situazioni di emergenza come sfratti e sgomberi dal libero mercato e dalle case popolari, Majorino parla dello “sviluppo di modelli abitativi sperimentali di tipo collettivo e comunitario”. Al centro politiche per l’affitto anche per tutelare la fascia intermedia della popolazione che pur non essendo fragile non riesce ad accedere al mercato privato tramite la “promozione del canone concordato attraverso fondi regionali che offrano garanzie pubbliche, sgravi fiscali, accordi territoriali e agenzie per la casa e contributi al canone di locazione per studenti e lavoratori (under 35) in base al reddito”. Come segno di vicinanza agli abitanti dei quartieri periferici, in più occasioni pubbliche, il candidato ha ribadito che in caso di vittoria posizionerà in un caseggiato di un quartiere popolare la sede degli uffici di rappresentanza della presidenza “come avevo già fatto quando ero assessore comunale ai servizi sociali nel quartiere Corvetto”.
Letizia Moratti con il Terzo Polo
Letizia Moratti inserisce i punti per l’emergenza abitativa all’interno della sezione “politiche sociali” e “sicurezza” del suo programma. Dopo aver precisato che “Non è più accettabile che la casa sia l’elemento discriminante tra i quartieri e i loro abitanti”, Moratti sostiene che “Lo strumento dell’housing Sociale, può rivelarsi fondamentale per confermare la ricerca di giustizia sociale e insieme la capacità attrattiva dei capoluoghi lombardi”, creando “politiche di accompagnamento e sostegno per giovani, mamme e adulti in uscita dalle comunità protette e dalle carceri”. La candidata sottolinea anche la “necessità di individuare una soluzione abitativa per il genitore che, separandosi, viene privato dalla casa famigliare, deve poter trovare una soluzione, sia verificando l’attuazione del regolamento regionale n. 1 del 2004 per l’assegnazione e la gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, sia attraverso l’utilizzo degli immobili sottratti alle organizzazioni criminali per finalità di housing sociale”.
Nel paragrafo “Sicurezza abitativa” la candidata propone “un piano casa pluriennale che dia certezza e continuità di risorse” oltre a politiche di sostegno per l’affitto, passando per interventi nella governance di Aler “per garantire un’oculata gestione dell’edilizia pubblica ed evitare la creazione di ghetti“ oltre alla “promozione di progetti di sorveglianza dei quartieri con ronde, polizia locale e vigilanze private“, “il monitoraggio e contrasto delle occupazioni abusive” e il “potenziamento della rete dei ‘custodi sociali’ nei quartieri di edilizia pubblica”.
Mara Ghidorzi per Unione popolare
La candidata dedica una sezione intera del suo programma alla questione abitativa. Come primo punto propone l’abolizione della legge regionale “che privatizza la gestione dell’edilizia popolare pubblica, che non dà una risposta al fabbisogno abitativo e colpisce i ceti sociali più disagiati”. Per avere più risorse vorrebbe destinare “il 2% del bilancio regionale all’edilizia residenziale pubblica” fermando “gli sfratti indiscriminati e la criminalizzazione del disagio abitativo, abolendo il decreto Lupi”.
Secondo Ghidorzi sarebbe importante “ristabilire l’assegnazione sulla base della composizione del nucleo familiare, della situazione economica e della precarietà abitativa, senza pesanti discriminazioni tra vecchi e nuovi residenti, con attenzione ai nuclei con minori, anziani e disabili a carico” oltre a “regolarizzare anche i nuclei familiari che hanno occupato in stato di necessità, garantendo il passaggio da casa a casa per chi ha fatto domanda di casa popolare”. Come ulteriore forma di sostegno alle famiglie Ghidorzi promette di “aumentare i fondi di sostegno all’affitto per i redditi bassi e per morosità incolpevole” e “costituire un Fondo di sostegno per la morosità incolpevole delle famiglie insolventi sul mutuo”. Nel programma si parla anche di “un piano casa da 100 mila alloggi di edilizia popolare pubblica tramite assegnazione immediata e, laddove necessario, ristrutturare gli alloggi vuoti, del patrimonio pubblico inutilizzato e delle aree dismesse”.