giovedì, Aprile 18, 2024

Anche Apple sta lavorando a un ChatGPT per Siri

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Anche Apple accelera i tempi di sviluppo delle applicazioni dell’intelligenza artificiale per seguire uno dei più poderosi trend del 2023 e il primo pensiero va inevitabilmente a Siri. L’assistente virtuale a bordo dei dispositivi dell’ecosistema della mela morsicata sarebbe un ideale possibile terreno fertile per beneficiare delle capacità dell’AI nell’interazione con gli utenti, come già dimostrato dalla locomotiva del segmento ovvero ChatGpt di OpenAI. E infatti si sta lavorando alacremente in questa direzione, tuttavia ci si sta scontrando con una difficoltà nota da tempo come il codice di Siri, che richiede settimane anche per piccoli update e che non starebbe rendendo semplice lo sviluppo. E così emerge l’ipotesi che l’AI potrebbe addirittura offrire un’alternativa interna a Siri stessa.

L’ultimo vertice annuale di Apple ha indicato l’intelligenza artificiale come una delle priorità nella ricerca e sviluppo e tutti i team sono al lavoro per esplorare i vari progetti. Come riporta il New York Times, però, Siri sta incontrando alcune difficoltà dovute alla natura del proprio codice che viene definito dall’ingegnere John Burkley che ci ha lavorato nel 2014 come “clunky” ovvero goffo, con la necessità di lavorarci settimane anche solo per funzioni basilari. La struttura di Siri è anche poco flessibile e vengono citati gli esempi delle lunghe liste di frasi in circa 25 lingue che generano un effetto a cascata dato che se si aggiunge anche solo una parola poi questa deve essere moltiplicata. 

Piccole modifiche richiedono dunque di mettere mano all’intero database con tempistiche stimate attorno alle sei settimane e per opzioni più avanzate potrebbe essere necessario fino a un anno, sempre secondo Burkley. La necessità di integrare le funzionalità di intelligenza artificiale porterà a una riprogettazione di Siri e della sua struttura? La speranza c’è, anche se non sarà semplice metterla in pratica. Al contrario, potrebbe essere più semplice fornire un servizio alternativo in grado di lavorare in modo parallelo all’assistente, per poter così beneficiare di più creatività e di un’interazione più naturale.

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