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Miracle descrive una lunga stagione di sentimenti, molti dei quali l’eroe del film non vorrebbe provare: ha un legame profondissimo con la sorella, l’unica che sa come penetrare la sua barriera emotiva, mentre ha un rapporto poco affettuoso col padre capotreno, più chiuso e meno comunicativo di lui, come se un soverchiante senso di colpa lo schiacciasse. È attratto dalla compagna di classe invadente, ma si trova perennemente a disagio di fronte alle sue inesperte avance. Per Jun-kyeong l’ossessione della stazione ferroviaria è più importante di tutto, compresa una carriera scolastica fenomenale che potrebbe costituire un espediente per ottenere l’attenzione dell’opinione pubblica necessaria a segnalare il caso del suo villaggio. Miracle è, infatti, ancor più che la cronaca del dramma dei paesani di un villaggio di montagna, il romanzo di formazione di questo giovanotto che trae la propria forza dal sostegno della sorella e della fidanzata, sempre pronte a spronarlo.
Jun-kyeong è un tipico coreano, mite e poco combattivo ma idealista e socialmente consapevole che supera la propria titubanza e insicurezza per il bene comune. La sua storia riflette, in piccolo, quella di un popolo che spesso ha subito spesso ingiustizie, ma non è solo un racconto edificante, è anche una disamina sociale in controcorrente con quelle ben più aspre e pessimiste dipinte dalla maggior parte della narrativa coreana (basti pensare a Squid Game) e una parabola sull’importanza della collettività, sul mettere da parte la propria individualità – anche quella di un prodigio della matematica per il quale si profila un futuro di successo – per il bene comune, per avvantaggiarsi della sinergia del gruppo. È anche una delicata e buffa storia del primo amore, l’aggraziata rappresentazione dell’elaborazione intima del lutto, e un family drama, a tratti, specialmente nel confronto finale tra il protagonista e suo padre, toccante. Miracle è il secondo film di Lee Jang-hoon dopo Be With You del 2018, autore che si dimostra già rodato nel dosare sapientemente, avvolgendoli nella nostalgia, umorismo e melodramma.