venerdì, Settembre 29, 2023

Spid, il governo offre 40 milioni

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Ci sono 40 milioni di euro per i gestori di Spid, il sistema pubblico di identità digitale. A piazzare la fiche è il governo Meloni in un emendamento al decreto sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Una proposta che segna una tregua tra il sottosegretario all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti, e i gestori di Spid rappresentati da Assocertificatori, che di milioni ne avevano chiesti circa 50. A distanza di un mese da quando l’incandescente pratica dell’identità digitale è arrivata sulla scrivania del sottosegretario in quota Fratelli d’Italia, sempre delinearsi una soluzione per chiudere il rinnovo dei contratti delle aziende che hanno in gestione Spid. Termine il 23 aprile, quando decade la proroga dei contratti decisa d’ufficio dall’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) per ovviare alla scadenza degli accordi a fine 2022. Pena lasciare a terra i 33,5 milioni di utenti di Spid.

All’inizio di marzo Butti aveva promesso di voler “definire un rinnovo pluriennale del servizio e la disponibilità a individuare un sostegno” per chi gestisce Spid. L’emendamento presentato da Palazzo Chigi al decreto Pnrr in discussione in Commissione Bilancio al Senato, segnalato per primo dal Corriere delle comunicazioni e confermato a Wired da fonti che lo hanno visionato, risponde proprio alla seconda esigenza. Ossia quella di tamponare i costi a carico delle aziende che gestiscono Spid.

La situazione:

  1. La battaglia sui costi
  2. Il ruolo di Cie

La battaglia sui costi

Oggi l’iscrizione al sistema pubblico di identità digitale prevede in alcuni casi un costo di attivazione. Per esempio, nel caso di riconoscimento di persona, Poste fa pagare 12 euro agli sportelli (gratis invece la richiesta al Comune), 14,99 euro Tim nei suoi negozi, mentre Infocert chiede 8,99 euro attraverso le tabaccherie convenzionate. La richiesta da remoto, invece, in genere è sempre gratuita.

I gestori, però, lamentano spese ingenti per la gestione e i servizi di assistenza ai cittadini e alle 12mila pubbliche amministrazioni che adottano Spid. La richiesta che avevano fatto era di circa 50 milioni di euro di sostegno pubblico, da pescare dalla voce identità digitale del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Proprio la fonte del nuovo fondo, che di milioni ne mette 40. In una lettera ad Alessandro Musumeci, capo della segreteria tecnica del sottosegretario Butti, i gestori chiedevano un fondo dedicato, con stanziamenti già dal 2023, per coprire i costi attuali del servizio e gli investimenti in innovazione. L’emendamento del governo va in quella direzione. Un segnale apprezzato dal mondo dell’industria, come fanno sapere gli operatori a Wired.

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