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Vivere 100 giorni sott’acqua. Protagonista dell’impresa è il cinquantacinquenne Joseph Dituri, ricercatore della University of South Florida negli Stati Uniti, che il primo marzo si è immerso nelle acque di Key Largo (Florida, Usa) e che da allora alloggia in una camera d’hotel molto particolare, la Jules’ Undersea Lodge, a 9 metri di profondità. Se l’impresa dovesse riuscire, verrà stabilito un nuovo record di permanenza sottomarina in ambiente ad alta pressione, battendo quello di 73 giorni conquistato nel 2014. Lo scopo ultimo della missione, oltre a quello di supportare la ricerca e la conservazione dell’ecosistema marino, è studiare gli effetti a lungo termine sull’essere umano sia dal punto di vista fisiologico che psicologico della vita in ambienti iperbarici: quali i rischi e quali, invece, i possibili benefici?
Non è come in un sottomarino
Di certo qualcuno se lo starà già chiedendo: ma come un record? E gli equipaggi dei sottomarini, allora? Ebbene, l’esperienza di Dituri sarà molto diversa da quella che si può vivere in un sommergibile. I sommergibili, infatti, sono progettati per mantenere le condizioni di pressione atmosferica del livello del mare, anche a centinaia di metri di profondità. Il ricercatore statunitense, invece, alloggia in una sorta di grosso bicchiere capovolto e immerso nelle acque dell’oceano, dove l’aria intrappolata all’interno subisce la pressione dell’acqua tutt’intorno. A 9 metri di profondità, dunque, una persona sperimenta una pressione dell’aria che è circa il doppio di quella sulla terraferma al livello del mare.
Mai così a lungo
Iniziata il primo marzo, la missione di Dituri dovrebbe completarsi il 9 giugno. Se ci riuscirà, sarà il primo essere umano ad aver trascorso tanto tempo in un ambiente iperbarico, cioè ad alta pressione. Nel tempo che trascorrerà a 9 metri di profondità, Dituri continuerà a lavorare, tenendo lezioni per studenti di tutte le età trasmesse online, ma anche conducendo esperimenti su nuove tecnologie e ricerche sull’habitat marino. E si prevedono anche giornate con degli ospiti, che accompagneranno il ricercatore nelle sue attività.
Tuttavia, poiché non esistono precedenti, se non l’esperienza di Bruce Cantrell e Jessica Fain nel 2014, non si sa di preciso cosa potrebbe accadere al suo organismo. Pertanto Dituri sarà attentamente monitorato per tutta la durata della missione sia da un team medico sia da professionisti della salute mentale (ricordiamo, infatti, che, si troverà confinato in una stanza di circa 30 metri quadrati, per la maggior parte del tempo in solitudine, con 9 metri d’acqua sopra la testa. Giusto qualche fattore di stress, insomma).
Sulla carta vivere sott’acqua per un essere umano costituisce una sfida sotto diversi punti di vista.