martedì, Settembre 26, 2023

Pagamenti digitali, il governo vuole tagliare le commissioni

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Un accordo tra società che si occupano di servizi di pagamento digitale, banche e rivenditori per tagliare le commissioni sulle transazioni elettroniche. È questa la soluzione a cui starebbe lavorando il governo Meloni secondo l’agenzia Reuters, che riporta l’ipotesi di una tassa straordinaria sugli extraprofitti del settore finanziario. Un’eventualità che colpirebbe Nexi, la più importante paytech italiana, e, in parte, anche le banche.

Il tema dei pagamenti digitali e delle commissioni è stato uno dei più discussi sin dall’insediamento dell’esecutivo a fine ottobre, soprattutto per far fronte alle lamentele dei negozianti. Tanto che una delle soluzioni vagliate in vista della redazione della legge di bilancio fu quella di innalzare a 60 euro la somma sotto la quale esercenti e professionisti avrebbero potuto rifiutare i pagamenti col pos senza incorrere in sanzioni. L’ipotesi fu poi scartata in seguito alle rimostranze arrivate dalla commissione europea.

Oggi l’auspicio del governo è che si possa trovare un accordo sulla riduzione delle commissioni sulle transazioni elettroniche inferiori ai 30 euro per le imprese con ricavi annuali non superiori ai 400mila euro. Meloni sarebbe pronta altrimenti a imporre alle società un “contributo di solidarietàpari al 50% dell’incasso netto derivante da tali operazioni.

In particolare, l’idea dell’esecutivo è quella di prevedere zero commissioni sui pagamenti digitali fino a 10 euro, con percentuali variabili per quelli tra gli 11 e i 30 euro. La soluzione non convincerebbe però alcune delle aziende interessate e l’accordo sarebbe dunque ancora lontano, nonostante, secondo l’agenzia Reuters, un incontro tra le parti sia previsto per il prossimo 20 aprile.

L’agenzia definisce l’Italiauna ritardataria digitale: i pagamenti con carta di credito o debito rappresentano infatti solo il 32% del totale, contro la media Ue del 47%. La percentuale è però quasi raddoppiata rispetto al 2017, quanto le transazioni digitali rappresentavano appena il 17% del totale, stando ai dati Nexi.

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