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Nel giro di pochi anni potremmo avere a disposizione terapie a mRna contro diversi tipi di cancro, contro le malattie cardiovascolari e respiratorie, contro le malattie rare. Potrebbe sembrare uno slogan elettorale un po’ old style e invece è, in estrema sintesi, quanto dichiarato al Guardian da Paul Burton, chief medical officer dell’azienda farmaceutica Moderna – proprio quella di uno dei vaccini a mRna per Covid-19.
Le potenzialità dell’mRna
Sebbene ai non addetti ai lavori possa essere sembrato che i vaccini a mRna siano stati una sorta di coniglio tirato fuori dal cappello, la tecnologia era in fase di sviluppo da almeno tre decenni e i primi studi nel settore risalgono a più di mezzo secolo fa. L’Rna messaggero (o mRna, appunto) è un acido nucleico che nelle cellule trasferisce informazioni. Gli scienziati hanno imparato a usarlo con lo stesso fine per creare vaccini innovativi: l’mRna sintetizzato in laboratorio e contenuto nel vaccino è il codice che corrisponde alla proteina estranea (antigene del patogeno, per esempio), che la cellula può costruire, imparare a riconoscere e combattere. Così come è avvenuto per il coronavirus Sars-Cov-2, questo principio potrà essere applicato per sviluppare prodotti farmaceutici che insegnino al nostro sistema immunitario a reagire anche contro antigeni di altri patogeni, del cancro o di altre malattie.
Contro le malattie infettive
Quanto prospettato da Burton nell’arco di 5 anni non è irrealistico. Basti pensare che, nell’ambito delle malattie infettive, a gennaio Moderna ha reso noti i risultati di un proprio studio clinico in fase avanzata sul vaccino sperimentale a mRna per il virus respiratorio sinciziale (Rsv): in oltre l’80% delle persone over-60 coinvolte si è dimostrato efficace nel prevenire almeno due sintomi (febbre e tosse), conquistandosi la designazione di terapia rivoluzionaria da parte della Food and drug administration (Fda) statunitense.
Anche Pfizer è in fase avanzata dello sviluppo di nuovi vaccini a mRna per alcuni virus. In particolare ha avviato il reclutamento di persone per sperimentare un vaccino antinfluenzale, mentre, in collaborazione con Biontech, sta lavorando a quello per herpes zoster (il virus del Fuoco di Sant’Antonio).
Contro il cancro
La Fda sta riservando grande attenzione anche al vaccino di Moderna per il melanoma. Si tratta di un vaccino terapeutico, ossia un farmaco confezionato su misura per insegnare al sistema immunitario di un paziente a riconoscere il tumore che si sta sviluppando nel suo organismo.
Diversi dai vaccini anti-cancro preventivi (come può essere quello anti-Hpv per ridurre l’incidenza dei tumori alla cervice uterina, all’ano e all’orofaringe), i vaccini terapeutici non prevengono l’insorgenza del tumore ma vengono progettati sulla base delle caratteristiche di una specifica massa tumorale, sfruttando le differenze tra le cellule malate e le cellule sane. Una volta identificate le anomalie molecolari delle cellule tumorali si sintetizzano mRna in laboratorio, si confeziona un vaccino personalizzato che verrà somministrato al paziente per stimolare il suo sistema immunitario a riconoscere quelle alterazioni.
Contro le malattie cardiovascolari
Nell’ambito delle malattie cardiovascolari, il riferimento di Burton è allo sviluppo di terapie a mRna per il recupero da eventi come l’infarto del miocardio. Ancora una volta, dunque, non si parla di prevenzione ma di terapia. In particolare, sono in corso ricerche per sviluppare un prodotto farmaceutico che fornisca all’organismo l’informazione per sintetizzare molecole estremamente utili per ripristinare la microcircolazione cardiaca, per ricostruire i vasi del cuore o costruirne di nuovi così da limitare i danni dell’infarto e aumentare le possibilità di sopravvivenza del paziente.