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Per quanto riguarda le c.d. stablecoin, MiCAR prevede poi un regime distinto per (i) gli asset reference token e (ii) gli e-money token, che si differenziano per il metodo di stabilizzazione del valore del token: nel primo caso, un valore, un diritto o una combinazione di essi; e nel secondo caso, una valuta avente corso legale.
L’introduzione delle categorie degli asset reference token e degli e-money token è essenzialmente volta a sottoporre a regolamentazione progetti come quello avviato da (allora) Facebook, ormai peraltro abbandonato, volto ad introdurre una “moneta” privata digitale, che fosse ancorata (i) per i grandi mercati, come gli Usa e l’Eurozona, alla valuta avente corso legale in tale area (con uno strumento analogo agli e-money token) e (ii) per i mercati più piccoli, ad un basket delle valute utilizzate nei paesi di riferimento (con uno strumento analogo agli asset reference token).
Rimangono espressamente esclusi da MiCAR, invece: (i) gli NFT (Non-Fungible Token), purché presentino effettivamente caratteristiche di unicità (l’esempio ovvio sono le opere d’arte digitale, in un “esemplare” unico); e (ii) la c.d. “finanza decentralizzata”. Il Regolamento, comunque, prevede che tale esclusione, dettata principalmente dall’esigenza di ridurre i tavoli di negoziazione di un Regolamento che ha avuto un iter lungo e travagliato, sia rivalutata in futuro dalla Commissione .
MiCAR attrae nel proprio ambito di applicazione sia (i) gli emittenti di crypto-asset, i soggetti, cioè, che lanciano sul mercato i token, che (ii) i prestatori di servizi relativi ai cryptoasset, i soggetti, cioè, che collaborano a vario titolo alla distribuzione dei token, ad esempio fornendo consulenza o gestendo piattaforme sulle quali può avvenire lo scambio.
La disciplina degli emittenti prevede regole distinte in funzione della natura dei crypto-asset. Per gli emittenti di asset reference token è previsto un regime autorizzativo ad hoc, accompagnato da una disciplina speciale volta ad evitare che questo tipo di token possa costituire una minaccia per l’attuazione della politica monetaria dell’Unione Europea. La possibilità di emettere e-money token è invece stata limitata unicamente alle banche e agli istituti di moneta elettronica.
Per l’emissione degli altri token (ad es. le valute virtuali), invece, il regime è molto più leggero: non è prevista alcuna autorizzazione e la disciplina si ispira da vicino a quella europea in materia di prospetti, con l’obbligo di pubblicazione di un “white paper”.
Infine, per i prestatori di servizi relativi ai cryptoasset, è previsto, in linea generale, un regime, indipendente dal tipo di cryptoasset trattato, ispirato, quanto ai requisiti autorizzativi e, quanto alle regole di condotta per i cryptoasset che non siano strumenti di pagamento, alla Direttiva MiFID che disciplina la prestazione di servizi di investimento. Per vedere MiCAR operante dovremo però attendere ancora un po’: 12 mesi (18 per alcune regole), dal momento in cui il Regolamento entrerà in vigore, il che verosimilmente avverrò nelle prossime settimane.