venerdì, Settembre 29, 2023

ChatGPT è tornato disponibile in Italia

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A metà aprile il Garante, dopo alcune riunioni con l’azienda, ha indicato una serie di attività per comporre la questione. Primo: fornire e collocare in bella vista (specie prima di abbonarsi) una informativa trasparente sul proprio sito, spiegando in modo chiaro come sono usati i dati. Secondo: per ottenere questi dati, OpenAi deve avere il consenso degli utenti. E non basarsi su un contratto. Terzo: predisporre un modo semplice sia per gli utenti sia per i non iscritti per scoprire se i propri dati sono stati usati per addestrare ChatGPT e per chiederne la cancellazione o la rettifica. Quarto: entro il 31 maggio OpenAi deve presentare un piano per realizzare un sistema di verifica dell’età per lasciare fuori i minori di 13 anni che non hanno il consenso dei genitori. Il sistema dovrà essere poi implementato entro il 30 settembre 2023. Quinto: realizzare una campagna di comunicazione su radio, tv, media e internet per informare le persone su come algoritmi come ChatGPT usano i dati personali, da lanciare entro il 15 maggio.

Le innovazioni di OpenAi

Nei giorni scorsi OpenAi ha già adottato alcuni provvedimenti per rispondere alle richieste di una maggiore protezione dei dati. Ha creato una sorta di versione in “incognito” per gli utenti, che consente di disabilitare di default la cronologia delle conversazioni, escludendole dai dati utilizzati per allenare l’algoritmo.

Perché è importante? Perché i dati personali che servono a ChatGPT per migliorare le proprie capacità di stabilire in modo probabilistico quale parola viene dopo un’altra, generando un testo di senso compiuto, non sono tanto il nostro nome, cognome, la data di nascita o il codice fiscale, ma tutte quelle informazioni che ci rappresentano (come gusti musicali, letterari, abitudini sessuali, tendenze politiche) che dichiariamo o lasciamo intendere quando interroghiamo il chatbot e che il sistema deve fare propri per fornire una risposta il più possibile attendibile e in linea con le nostre richieste.

Sempre nei giorni scorsi OpenAi ha annunciato un nuovo abbonamento business per aziende o professionisti che prevede che i dati degli utenti non siano utilizzati per allenare i modelli del chatbot e una versione semplificata di esportazione dei propri dati, che consentono di esercitare il diritto a conoscere quali informazioni un’azienda possiede su di noi. Se la modalità incognito elimina a monte il problema dei dati personali, creando un ambiente di lavoro sottratto al training dell’algoritmo, e l’esportazione delle chat consente di dare alle persone strumenti per esercitare i propri diritti e chiedere l’eventuale rettifica o cancellazione di dati, queste novità da sole non bastavano a coprire tutte le richieste del Garante. Ma di fatto nelle ultime ore la partita si è sbloccata. E ChatGPT è tornato in chiaro per tutti dall’Italia.

Corsa al business

Aver chiuso il dossier con il Garante italiano consente a OpenAi di mettere un freno all’ondata di investigazioni scattate dalle altre autorità mondiali per la protezione dei dati, dal Canada alla Spagna. L’effetto domino era dietro l’angolo. Avrebbe costretto l’azienda non solo ad andare per avvocati in decine di Paesi, ma anche di perdere più tempo in faccende regolatorie. Mentre Sam Altman ha un altro problema: quello di pensare a come far evolvere i grandi modelli linguistici (large language model, Llm), come GPT-3 e GPT-4, alla base del chatbot.

Questo perché, come si legge nel documento che descrive GPT-4, OpenAi stima che i benefici dettati dall’aumento delle dimensioni del suo modello saranno via via minori. Ci sono anche limiti fisici al numero di data center che l’azienda può costruire e alla velocità con cui può realizzarli. Per cui l’azienda ora deve pensare a una nuova strategia per non perdere l’abbrivio con cui si è messa alla testa di questa corsa all’ora dell’Ai generativa. E aver fatto i compiti a casa sul fronte privacy le dà un forte vantaggio in questo senso. OpenAi ora so come affrontare i temi della protezione dei dati. Sa cosa rispondere agli altri che la stanno sorveglianza. E a cosa stare attenta per non finire di nuovo nel mirino delle autorità. L’iceberg è stato schivato. Per cui ora puoi tornare a far viaggiare i motori avanti tutto sullo sviluppo dei suoi algoritmi.

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