Questo articolo è stato pubblicato da questo sito
Sul palco del Teatro Nuovo Giovanni da Udine, come forma di ringraziamento per i lunghi applausi e di saluto al pubblico, intona il brano che nel film Plan 75 canta in due diverse scene. Cantare non è mai stato un problema per Chieko Baisho, ha iniziato come cantante e ha continuato a farlo ed essere apprezzata in Giappone anche per le doti vocali mentre contemporaneamente portava avanti la sua brillante carriera di attrice per la quale è stata omaggiata con il Gelso d’Oro alla carriera nella venticinquesima edizione del Far East Film Festival. Oltre centocinquanta interpretazioni, dagli inizi degli anni Sessanta al lungometraggio di Chie Hayakawa presentato al Feff prima di uscire nelle sale italiane distribuito dalla Tucker.
Il giorno dopo la proiezione abbinata alla cerimonia di consegna del Gelso d’Oro, abbiamo l’occasione di incontrare Chieko Basho e la regista in una round table. Mentre i colleghi insistono soprattutto su domande riguardanti il tema affrontato, nel pochissimo tempo a disposizione (lo spazio è purtroppo ridotto a una domanda a testa) chiediamo all’attrice giapponese di raccontarci del suo incontro con Chie Hayakawa e degli aspetti che più l’hanno colpita di questa regista capace di realizzare un’opera prima di grande maturità come raramente se ne vedono. “Quando ci siamo incontrate e mi ha spiegato quello che intendeva raccontare, i concetti centrali, ho percepito che eravamo sulla stessa linea d’onda. Le sue parole mi ha fatto superare la paura iniziale che fosse un film deprimente, sulla morte. In realtà vuole rappresentare l’atto di vivere, la dignità della vita. Durante le riprese ho capito poi che era una donna di grande grande perseveranza, decisa, e questo si si riflette anche nelle sue capacità come regista. Venendo qua a Udine sull’aereo ho anche rivisto il film e questo mi ha rivelato ancora meglio la sua forza, la sua decisione, il suo seguire un obiettivo senza vacillare e fare concessioni. Tutti questi elementi del suo spirito mi hanno colpita”. Dal canto suo Chie Hayakawa ha potuto contare su un’attrice straordinaria come Chieko Baisho, un privilegio per una regista al suo debutto in un lungometraggio. “A Michi capitano tutta una serie di disgrazie e viene messa alla strette, però non volevo assolutamente che la percezione della protagonista fosse quella di una persona miserabile. Volevo che dimostrasse umanità, bellezza, dignità e che gli spettatori guardando il film desiderassero che il personaggio continuasse a vivere. Per questo mi serviva un’attrice che avesse questa forza attrattiva e immediatamente ho pensato a lei”.