venerdì, Settembre 29, 2023

Sudan, le app che aiutano le persone a sopravvivere alla guerra

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In questi giorni, il Sudan è precipitato nuovamente in uno scenario di battaglia, con gravissime ripercussioni per la popolazione locale. Intensi scontri tra l’esercito sudanese e la principale forza paramilitare del Paese (nota come Rsf, Rapid support forces o Forze di supporto rapido) hanno causato la morte di centinaia di persone e la fuga di migliaia di cittadini, con una guerra civile che minaccia di destabilizzare l’intera regione.

Gli scontri sono scoppiati a metà aprile, causati dalla lotta di potere tra le due principali fazioni del regime militare locale. Da una parte, le forze armate sudanesi del generale Abdel Fattah al-Burhan, il governatore de facto del Paese, mentre dall’altra i paramilitari delle Forze di Supporto Rapido, che rappresentano un insieme di milizie e seguono il generale Mohamed Hamdan Dagalo, noto come Hemedti.

Questo contesto affonda le sue radici nel passato, con la rivolta del 2019 che ha spodestato il regime dittatoriale di Omar al-Bashir, colui che ha contribuito a creare questo clima di tensione in seno ai ranghi militari: al-Bashir ha sostenuto una crescente militarizzazione che era convinto di poter controllare.

La guerra in Sudan ha però spinto persone, lontane e vicine al paese africano, a creare siti web e applicazioni per aiutare i cittadini a procurarsi risorse essenziali come medicinali e acqua potabile. Con l’intensificarsi dei combattimenti, community, siti web e app sono entrati in azione, come quello dello sviluppatore web Freed Adel, che dalla sua residenza in Arabia Saudita ha trasformato il suo sito personale in una piattaforma dove le persone possono chiedere o offrire assistenza in base alla loro posizione. Quando è iniziato il conflitto, i cittadini non sapevano cosa fare e hanno iniziato a condividere ciò di cui avevano bisogno sui social media. Adel ha avuto l’idea di raggruppare tutte le richieste in un unico luogo e favorire la collaborazione.

I progetti

Per far fronte alle carenze nell’approvvigionamento dei beni di prima necessità, un medico 25enne di Khartoum, Makram Waleed, ha creato una community WhatsApp forte di 1.200 membri, in cui i residenti possono condividere informazioni su dove trovare le risorse necessarie per vivere. Waleed ha dichiarato che l’articolo più richiesto è l’acqua potabile: “Non possiamo offrire soldi o aiuti finanziari, stiamo solo cercando di facilitare la comunicazione tra le persone. Voglio connettere i cittadini tra loro”.

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