Questo articolo è stato pubblicato da questo sito
Sono in arrivo problemi dal mare. L’Oceano Pacifico sembra andare dritto verso El Niño, un complesso fenomeno climatico periodico che, semplificando, genera un notevole riscaldamento delle acque. Gli scienziati prevedono l’arrivo di El Niño nei prossimi mesi, con una probabilità del 55 per cento che si manifesti in una forma particolarmente forte. Il fenomeno potrebbe contribuire a far aumentare le temperature globali oltre la soglia fissata dall’Accordo di Parigi (1,5 gradi Celsius), influenzando il clima in tutto il mondo, esacerbando la siccità in alcune parti della Terra e aumentando le precipitazioni estreme in altre.
Conto salatissimo
Secondo i ricercatori, l’impatto economico di El Niño potrebbe addirittura toccare quota tremila miliardi di dollari nei prossimi anni, penalizzando soprattuto i paesi tropicali a basso reddito. Sulla rivista scientifica Science, gli studiosi del fenomeno hanno recentemente riportato che i due El Niño del 1982-83 e del 1997-98 hanno comportato perdite globali di 4100 miliardi e di 5700 miliardi di dollari rispettivamente, con conseguenze che si sono trascinate per più di cinque anni dopo la fine degli eventi climatici. Entro la fine di questo secolo, il conto complessivo presentato da El Niño potrebbe arrivare a 84mila miliardi di dollari. “El Niño ha un’incidenza nella crescita del Pil – sostiene Christopher Callahan, scienziato del Dartmouth College e coautore dello studio apparso su Science –. Si manifesta soprattutto nei paesi tropicali che sono fortemente colpiti da El Niño. Parliamo di effetti piuttosto ampi“.
La nuova ricerca si aggiunge a un crescente numero di studi che sottolineano come i cambiamenti climatici e i fenomeni meteorologici sempre più estremi saranno estremamente gravosi anche sotto il profilo economico, soprattutto per i paesi in via di sviluppo. “Per una politica ambientale ottimale, per le pratiche di adattamento e per questioni di giustizia legati al clima, dobbiamo sapere quali sono i costi sociali ed economici che comportano questi cambiamenti – afferma Leonie Wenz dell’Istituto di Potsdam per la Ricerca sull’impatto ambientale, studiosa di economia climatica non coinvolta nella pubblicazione –. Ci sono prove sempre più numerose che i costi del riscaldamento sono sostanziali e molto più ingenti di quanto si pensasse in passato o di quanto comunemente ipotizzato”.
Ripercussioni globali
Quando le acque di El Niño si riscaldano nel Pacifico, sono i paesi tropicali a subire la maggior parte degli effetti a catena. Il Perù, in particolare, è interessato da forti precipitazioni che danneggiano le infrastrutture e le colture. Normalmente la risalita delle acque profonde, (o upwelling) al largo delle coste peruviane porta con sé i nutrienti fondamentali per la pesca; durante El Niño, tuttavia, questo flusso inizia a rallentare. Inoltre, le ondate di calore nel mare uccidono i pesci, minacciando una preziosa fonte di reddito. “Questi eventi comportano danni alla pesca al largo delle coste del Perù, le infrastrutture vengono allagate, il caldo diventa estremo – spiega Callahan –. Tutti questi fattori si sovrappongono l’uno all’altro”.
Spostandosi a est, El Niño può sortire l’effetto opposto, dando il via a una grave siccità nella foresta amazzonica già devastata dallo sviluppo umano e dagli incendi. Questa a sua volta può contribuire a trasformare parti della foresta pluviale in praterie, una punto di non ritorno dal punto di vista ecologico. Meno alberi equivalgono a un maggiore rischio di estinzione per le specie animali e a una minore capacità di assorbire le emissioni di anidride carbonica (CO2). Ma è possibile che anche l’altra sponda del Pacifico venga colpita dalla siccità: “In Indonesia e in Australia potrebbe essere così grave da avere un impatto economico significativo“, dice Callahan. Nel 1998, durante un caso di El Niño, gran parte del Sud-Est asiatico ha registrato estesi incendi. In Indonesia, in particolare, a causa della grande disponibilità di torba, che è ricca di CO2 e notoriamente difficile da spegnere una volta che inizia a bruciare, gli incendi potrebbero aumentare in modo significativo le emissioni di anidride carbonica e accelerare il cambiamento climatico.