mercoledì, Giugno 25, 2025

Intelligenza artificiale, la startup di Elon Musk per ora non sembra un granché

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Ad aprile, Elon Musk aveva annunciato all’opinionista di destra americano Tucker Carlson che stava facendo partire un progetto per competere con ChatGPT e costruire “un’intelligenza artificiale dedicata alla massima ricerca della verità, che cercherà di comprendere la natura dell’universo“.

Mercoledì 12 luglio Musk ha presentato la sua nuova impresa, ribattezzata xAI. La scarna landing page del sito dell’azienda ribadisce l’obiettivo – capire l’universo – ed elenca gli 11 ricercatori di Ai che fanno parte del progetto (a quanto pare tutti uomini), che negli ultimi anni hanno contribuito in modo significativo al campo dell’intelligenza artificiale in aziende come Google, DeepMind e OpenAi.

Quello messo insieme da Musk è “team all-starha scritto in un post su LinkedIn Linxi “Jim” Fan, ricercatore di Ai presso Nvidia. Sono davvero impressionato dalla densità di talenti – ho letto così tanti dei loro articoli che ho perso il conto“.

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Uno dei cofondatori della società, Greg Wang, ha dichiarato in un tweet che xAI punta a portare l’Ai a un livello superiore sviluppando una “teoria matematica del tutto” per le grandi reti neurali, la tecnologia di apprendimento automatico che è stata al centro dell’intelligenza artificiale nell’ultimo decennio. “Questa Ai consentirà a tutti di comprendere il nostro universo matematico in modi finora inimmaginabili“, ha aggiunto Wang.

La sfida a ChatGpt

Come molti altri nuovi progetti di Ai, le motivazioni dietro alla nuova startup di Musk sono la preoccupazione e forse una certa paura di rimanere tagliati fuori dal settore a causa della rapida ascesa di ChatGPT. L’imprenditore ha parlato di xAI come della risposta al chatbot, che dal suo punto di vista non sarebbe imparziale dal punto di vista politico. Musk ha anche criticato l’azienda che creato ChatGpt, la startup OpenAi, per la sua poca trasparenza e i legami troppo stretti con Microsoft, che la finanzia.

Il malumore di Musk è forse esacerbato dal fatto che l’imprenditore ha co-fondato OpenAI nel 2015, salvo poi tagliare i ponti con quella che ai tempi era ancora una società no-profit tre anni più tardi, dopo che secondo le ricostruzioni non era riuscito a prenderne il pieno controllo. Recentemente, poi, Musk si è unito alla schiera di persone che hanno lanciato l’allarme sulla possibilità che l’Ai possa rappresentare una minaccia esistenziale per l’umanità e rafforzare il potere di giganti come Microsoft e Google.

Strada in salita

Anche se Musk non è nuovo a scommesse audaci, quel poco che sappiamo sugli obiettivi di xAI sembra comunque un po’ bizzarro. ChatGPT e i suoi rivali, come Google Bard, si basano sul deep learning e l’amministratore delegato di OpenAI Sam Altman ha dichiarato che sono necessarie idee completamente nuove per superare i sistemi esistenti. La ricerca sugli aspetti fondamentali della tecnologia potrebbe aiutarci a trovarle.

Gran parte dei recenti progressi nel campo tuttavia sono stati ottenuti rendendo più grandi i sistemi esistenti e alimentandoli con più potenza di calcolo e dati. E i cambiamenti radicali che l’Ai dovrebbe apportare nel settore tecnologico e in altri ancora nei prossimi anni deriveranno dall’impiego di questa tecnologia.

In questa fase, è probabile che xAI non abbia la potenza necessaria a livello cloud per competere con OpenAi, Microsoft e Google. Il suo team di ricercatori, relativamente piccolo, non sembra inoltre all’altezza delle centinaia di professionisti che ognuna di queste aziende affermate può dedicare ai propri progetti di Ai. La sola persona coinvolta nella nuova startup ad aver già lavorato sui rischi dell’intelligenza artificiale è l’unico consulente citato per nome da xAI, Dan Hendrycks, direttore del Center for Ai Safety, l’organizzazione no-profit che di recente ha diffuso una dichiarazione pubblica firmata da diversi leader del mondo tech sulla possibile minaccia esistenziale rappresentata dall’Ai.

Anche se il suo progetto di Ai sta iniziando in piccolo, Musk ovviamente può attingere a notevoli risorse. Secondo il sito web di xAI, la nuova società lavorerà a stretto contatto con Twitter e Tesla. I dati che il social network ottiene dalle conversazioni dei suoi utenti si prestano bene all’addestramento di modelli linguistici di grandi dimensioni come quelli alla base di ChatGpt, mentre Tesla progetta chip specializzati in Ai e ha grande esperienza nella costruzione di grandi cluster per l’intelligenza artificiale, che potrebbero essere utilizzati per aumentare la potenza di calcolo del cloud di xAI. Tesla, poi, sta anche costruendo un robot umanoide, un progetto che in futuro potrebbe essere utile a xAI, beneficandone a sua volta.

La prima sfida

Ma forse, in questa fase iniziale, la pomposa retorica di xAI è finalizzata soprattutto ad attrarre talenti. Le competenze in materia di Ai non sono mai state così richieste come oggi. Il problema più urgente per una new entry nel settore – per quanto sostenuta dalla reputazione e dagli ingenti mezzi finanziari di Musk – è riuscire a dimostrare di essere in grado di attirare i ricercatori necessari a diventare competitiva.

Gli enormi obiettivi che Musk si è prefissato – sfidare i giganti dell’Ai e proteggere l’umanità dai pericoli dell’intelligenza artificiale – fanno sembrare la sua già piccola azienda di Ai ancora più piccola. Per molti ricercatori, altrettanto preoccupati per la traiettoria dell’Ai, questo però è un problema che richiede maggiore trasparenza e collaborazione, piuttosto che un genio solitario affiancato da un gruppetto di star.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired US.

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