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Davanti un’email così lunga, la maggior parte delle persone si sentirà sopraffatta e non leggerà il messaggio. Forse useranno l’intelligenza artificiale per riassumere il testo. Quando ho chiesto a ChatGPT di condensare l’interminabile email in una sola frase, il chatbot mi ha restituito essenzialmente la richiesta iniziale: “Ti va di venire a bere una birra?“.
Il noto filosofo americano Homer Simpson una volta ha definito l’alcol “la causa e la soluzione di tutti i problemi della vita“; in questo contesto, l’intelligenza artificiale svolge una funzione simile: crea un problema (le email sono troppo lunghe) e poi lo risolve (riassumendole). In sostanza è un Uroboro, un serpente che si mangia la coda, una tecnologia che esiste in parte per risolvere i problemi che lei stessa sta creando.
A mio avviso, è meglio guardare agli assunti culturali invece di cercare quelli tecnologici inutilmente complicati. Quali forze culturali mi spingono a pensare che non si possa scrivere un’email di una sola frase? E ancora: posso ignorare questo assunto, se serve a migliorare la comunicazione?
I problemi culturali, ovviamente, sono più difficili da affrontare di quelli tecnologici. Potreste iniziare subito a inviare email di una sola frase, ma alcune persone potrebbero interpretarlo come scortese o quantomeno strano. Tuttavia, qualsiasi individuo o organizzazione che desideri diventare più efficiente dovrebbe riflettere su questi aspetti. A meno che, naturalmente, non vogliate che un bot finga di sapere che nel vostro frigorifero ci sono birre “che vanno da quelle locali alle vostre classiche preferite“.
Lo scopo dell’AI
Per mesi io e la mia amica Kay-Kay abbiamo portato avanti per scherzo una sorta di rituale: affidarci alle raccomandazioni automatiche di LinkedIn nelle nostre conversazioni. Per qualche motivo, il social network suggerisce agli utenti le risposte ai messaggi, che immancabilmente danno vita a conversazioni esilaranti.
Courtesy of Justin Pot
